giovedì, novembre 30, 2006

Ieri sera preso dalla curiosità per le polemiche che ha suscitato a Cannes sono andato a vedere Shortbus. E’ la storia di una coppia di gay che si rivolgono ad una terapista di coppia cino-canadese per avere un consiglio su come poter ampliare le loro conoscenze. In pratica questa idea di conoscere altre persone era venuta in mente ad uno dei due che poi ha convinto l’altro. Durante il primo incontro con la terapeuta avviene un litigio tra la coppia e la dottoressa che sfocia nella confessione di lei di essere pre-orgasmica: che non vuol dire che sta per avere un orgasmo, vuol dire che non ne ha mai avuto uno. I due allora decidono di aiutare la tipa invitando lei e il marito allo shortbus, un locale di New York dove si consuma sesso libero eterosessuale e omosessuale. Alle storie della coppia di gay e della dottoressa si intreccia anche quella di una tipa che per mantenersi fa’ la dominatrice passando il tempo e frustare e maltrattare in ogni modo un figlio di papa’ che la paga profumatamente. Questa impalcatura di storia e poi riempita con scene di sesso esplicito omosessuale ed eterosessuale. C’è da dire che però non si può definire un film porno: tali scene non sono in numero spropositato e non sono di lunga durata (massimo qualche minuto a spalare). Ci sono però delle chicche vere e proprie come ad esempio l’auto fellatio di uno dei protagonisti all’inizio del film (che tra l’altro ha un gran fisico… starò mica diventando gaio pure io?? Anzi no bisex, che va tanto di moda ultimamente…??) oppure il sesso tra la dottoressa e il marito in cui ho imparato nuove posizioni che spero di sperimentare presto… l’eiaculazione che va’ a finire su un quadro astratto finendo per sembrare quasi una pennellata di colore, le orge, ma soprattutto la scena del sesso gay a tre in cui gli aitanti giovanotti cominciano ad un certo punto ad intonare l’inno americano, uno dei quali direttamente nell’ano di un altro (della serie insultiamo il machismo USA): decisamente è stata la scena più esilarante (dimenticavo: il film è una commedia!). In mezzo a tutto questo, è il caso di dirlo, bordello, si cercano di affrontare in qualche modo temi pesanti come la depressione e il suicidio, l’AIDS e la diversità in generale. Complessivamente però si vede che il film è fatto solo per provocare e creare scandalo: per togliervi una curiosità potete andare a vederlo, ma non vi aspettate molto… a parte alcune scene esilaranti…

mercoledì, novembre 29, 2006

Il post di oggi non sarà certo originale, ma non potevo non scriverci qualcosa sopra… Stamattina, come al solito, appena sceso dal treno ho afferrato uno dei diversi quotidiani gratuiti che distribuiscono e la mia attenzione è caduta su un articolo in cui si parlava dell’apertura a Milano di un centro di vaginoplastica e falloplastica!! In pratica per Lei sono disponibili tre tipologie di interventi:

1 – ringiovanimento vaginale: si tratta di un intervento mirato a “cancellare” il rilassamento dovuto all’età, a parto o a traumi (?? … e qui la fantasia si potrebbe sbizzarrire per capire di che razza di traumi si possa trattare: tipo big bamboo??)

2 – miglioramento estetico della vulva: si tratta di un intervento che corregge gli inestetismi delle piccole labbra, ma, a quanto ho letto, ha anche un effetto ringiovanente simile al primo ridando alla vulva un “aspetto adolescenziale” (?????). A quanto pare l’età delle pazienti che si sottopone a questo intervento è compresa tra 26 e 45 anni in quanto imbarazzate nel mostrarsi “non più giovani” ad un nuovo partner; e qui mi chiedo: ma se una a 26 anni si vergogna di “averla vecchia” … meglio non continuare …

3 – ma c’è ancora il pezzo forte: l’iniezione di collagene nel famigerato punto G per amplificare il piacere sessuale! Da paura!!!! Giunti a questo punto a che mi serve una donna? Una bambola gonfiabile ha meno plastica addosso!

Il bello però è che ce ne è anche per i maschietti per i quali sono possibili interventi con il laser per correggere lunghezza e diametro del pene (come diavolo facciano poi ad allungartelo con un laser questo non riesco a concepirlo, ancora ancora accorciarlo…): e vai! Tutti come Rocco Siffredi!!!!!
Il costo per questi interventi va’ dai 3 mila ai 10 mila euro e a quanto sembra ci sono un sacco di richieste…
A questo punto però mi chiedevo, visto che ho un collega che me li rompe quasi costantemente, faranno anche interventi di ricostruzione dei testicoli?????

martedì, novembre 28, 2006

Questa mattina la voglia di lavorare scarseggiava (e scarseggia) così ho preso a meditare e cercare di analizzare i miei rapporti con l’altro sesso. Come già detto in passato, si tratta di una questione ancora aperta e da risolvere. Tendo sempre, e ribadisco sempre, a farmi delle illusioni, a costruirmi i miei castelli in aria a farmi i miei film che la maggior parte delle volte vengono miseramente ridotti in cenere (anche se, molto poche, eccezioni, fortunatamente, ci sono state, anche se purtroppo di breve durata e pure qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte). Non so se e in che misura accada anche agli altri uomini, ma se una donna si mostra disponibile anche solo a fare due chiacchere e vedo che ci sto bene a parlare con lei, poi mi viene in mente che magari la conoscenza potrebbe approfondirsi (senza avere in mente fini maialeschi, giuro); e allora finisco per auto convincermi della fondatezza di questo pensiero e scatta il corteggiamento che di solito non va’ oltre il primo appuntamento: credo che accettino di uscire una volta vuoi perché si vergognano a dirmi in faccia che non gli interesso e sperano così di darmi un contentino, vuoi perché ingenuamente pensano ad un’uscita tra amici e solo dopo si rendono conto del tentativo di corteggiamento in atto… Si potrebbe pensare che sono delle stronze, ma d’altro canto al posto loro come mi comporterei? Semplice, come si sono comportate loro visto che una volta mi è veramente capitato di trovarmi nella situazione opposta: l’altra persona non mi piaceva, ma non volevo ferirla, così ok per il primo appuntamento per darle un contentino, ma poi mi sono eclissato. Lo so’, è la fiera dell’ipocrisia e spero non tutto/e si comportino così preferendo la sincerità, ma d’altronde a volte la vergogna può essere troppa per essere espliciti così si ricorre a questi poco edificanti mezzi…
Ma a parte questa digressione cosa posso in concreto fare io per:

- evitare di farmi delle illusioni premature;
- gestire i rapporti con l’altro sesso in maniera più matura nell’ottica di cercare anche solo delle amiche con cui parlare, perché, è innegabile, con gli uomini non si parla, si fanno solo battute e discorsi superficiali, ma i dialoghi, quelli veri, li puoi fare solo con una donna;
- riuscire a gustare ciò che può dare anche una semplice conoscenza o incontro senza dover per forza andare a ricercare un diverso affetto o un contatto fisico;
- smettere di farmi tutte queste seghe mentali ed essere sereno.

Ecco, se qualcuno ha una risposta, possibilmente non offensiva, me la dica per favore che mi sta scoppiando la tesa!!!!!!

lunedì, novembre 27, 2006

Ieri pomeriggio, nella solita pigrizia domenicale ho fatto un po’ di zapping in tv. Ad un certo punto mi imbatto in “Buona Domenica” in cui, in quel momento, si parla di anoressia. Dopo qualche minuto cambio canale e mi imbatto in “Domenica In” in cui, in quel momento, si parla… di anoressia! A parte la scarsa fantasia degli autori di questi due programmi mi è balzata alla mente una curiosa contraddizione. Nei paesi occidentali la vita sedentaria e il troppo cibo stanno facendo aumentare il numero delle persone sovra peso o addirittura obese. Probabilmente per questo motivo la moda propone modelli fisici sempre più magri che però inducono anche ad un amento di persone malate di anoressia o bulumia: stiamo diventando una società di ciccioni e al contempo anoressici: ditemi voi se questa non è schizzofrenia collettiva!
Questa mattina c’è stata l’assemblea aziendale per illustrare le novità riguardo il famigerato TFR; ora la discussione continua nel post-assemblea. Io per conto mio ho preferito lasciar perdere: comunque la mettano non credo che andrò mai in pensione, morirò lavorando quindi il mio TFR non lo ritirerò mai come anche la pensione, tanto vale devolverlo in beneficenza…
Stamattina mi sono chiesto quanto duro per me sarà ritornare alla realtà, risvegliarmi dai sogni che ho tentato di reprimere, ma che, come al solito, sinuosi, viscidi e sfuggenti si sono infilati nella mia testa piantando radici e proliferando, salvo iniziare ad essere uccisi già sabato sera, fortunatamente in modo non troppo cruento… Sopravviverò come al solito e magari stavolta dalle foglie secche rinascerà qualche germoglio più innocuo, maturo e piacevole da sentire crescere…

venerdì, novembre 24, 2006

E’ un gioco che mi piace fare a volte di scrivere ciò che passa per la mente senza pensarci troppo, senza a volte neanche mettere la punteggiatura. Un gioco che si risolve come un nodo che si apre e scioglie tutte le sensazioni intorpidite e le lascia libere di stiracchiarsi, di rilassarsi e di riposarsi anche piangendo se è necessario. E capita così che sollevato dalla luce brillante e gelida del sole di novembre il pensiero riparta e guardi se’ e guardi dentro se’ e si giudichi e si imponga dei limiti, dei paletti che poi sistematicamente oltrepassa solo per gioire di un bel sogno ad occhi parti che troppo spesso è diventato malinconia e sconforto e delusione dopo, alla prova della realtà. E il pensiero lo sa ed in una continua lotta con se’ stesso cerca altri oggetti, altre cose altre persone su cui concentrarsi sperando così di sublimare su larga scala tutta questa energia e voglia di serenità perché su tante cose non tutte possono dare le stesse delusioni e non tutte possono darne… E’ solo un disperato tentativo di mitigare un dolore che si aspetta, perché ha troppa paura di aspettarsi felicità, perché troppe poche volte è successo e perché la delusione derivata da un solo oggetto è stata molto e molto più cocente di tante suddivise. Scorrendo queste parole si ricorda di quel lontano messaggio trovato su un banco: di apprezzamento, di comprensione e si dispiace di non averne mai incontrato l’autore. Si vuole sfogare in qualche modo il pensiero e allora scrive, scrive tutto ciò che vuole per buttare fuori con le parole anche l’energia in eccesso, per stancarsi, per farsi venire sonno, per stordirsi finché stremato qualsiasi movimento gli sarà impossibile ed allora potrà rispettare i suoi paletti. Spera il pensiero che questa onda anomala tanto bella e tanto orrenda che cerca sempre di scansare, perché non esiste ragione sufficiente per cui lui debba soffrire in così intensa maniera, passi subito, passi silenziosa passi e basta perché tanto più ci si trova in mezzo e tanto più sentirà male quando finirà. Si sforza, ci prova come può a resisterle ma come fare, su cosa, su come, su chi concentrasi, tutto è assorbito in maniera esclusiva e rimane solo quest’onda che fa’ ciò che vuole mentre tutto il resto che prima voleva vociante la sua parte e si faceva ben sentire ora è muto a guardare un tale possente evento…
Magari è solo mancanza di auto stima, magari è altro, ma come posso affrontarlo...

giovedì, novembre 23, 2006

Stasera niente scuola di ballo: il corso prevede quattro lezioni mensili e questo mese di giovedì ne ha cinque così per questa settimana ci si accontenta dell’esibizione di martedì scorso… Peccato ne avevo proprio voglia… Ad ogni modo c’è anche il lato positivo: stasera c’è una riunione dei pr per le feste di Natale e così non sono costretto a scegliere tra le due cose (e comunque avrei optato per il ballo in caso…). Tutta l’energia che avevo ieri è rapidamente scemata dopo pranzo…. Spero tanto di poter ritornare in un simile stato di grazia… Ieri pioveva mentre oggi splende un bellissimo e freddissimo sole che avita che il mio morale vada troppo giù… Stavo pensando che visto che sono sceso un po’ sotto il peso che avevo fissato negli ultimi giorni potrei concedermi un po’ di cioccolata per avere un po’ di aiuto dall’endorfina…

mercoledì, novembre 22, 2006

E’ decisamente e tremendamente curioso: ci sono giorni in cui sono talmente prostrato dal non desiderare altro che di cessare istantaneamente di vivere ed altri in cui mi sento tanta energia dentro da poter trainare un treno; ecco ieri è stato uno di quei giorni, un giorno in cui mi sono divertito come raramente, in cui la mia mente era libera da qualunque ansia e in cui tutto era bello. Tutto questo è semplicemente sfociato dalla cena della scuola di ballo con successiva esibizione in pista. Niente di particolare, solo una cinquantina di persone di diverse età, molte coppie, alcuni singoli/e che si ritrovano per mangiare una pizza, chiaccherare e poi ballare. Ho passato quasi tutta la cena a far lavorare le mandibole, ma non per mangiare, per parlare con la ragazza X che era seduta accanto a me: mi ha molto colpito, ma non so se è fidanzata e non so se posso avere un qualche possibilità… preferisco allora bloccare la mia fantasia che facilmente si mette in moto e limitarmi a gustare il ricordo di questa bella serata passata a ciarlare con lei senza nulla di più azzardare o sperare: è bello anche solo avere nuovi amici, amici che probabilmente non mi sarei potuto fare se avessi continuato a frequentare quelli vecchi... Dopo la bella discussione, la buona pizza e il gustoso dolce corredato da opportuno caffè, via in disco per bruciare le calorie in eccesso: è stato un delirio! Visto che il caffè lo bevo poco mi ha fatto subito effetto e sono partito in quinta invitando a ballare, dopo un po’ di tentennamenti da parte sua per timidezza, l’amica di X. Poco dopo che abbiamo ballato il caldo ci ha preso subito alla gola (per la verità però a me poco) così lei mi ha chiesto un time-out per togliersi la maglia. Io, che intanto avevo sempre più voglia di ballare, catturo allora X e giù in pista per un nuovo giro. Quanto poi anche X mi chiede una pausa allora mi avvento su un’altra ragazza e di nuovo giù di salsa. Dopo questo terzo giro cominciavo a sentire anche io il caldo e la fatica così ho iniziato a rallentare un po’ il ritmo parlando (o meglio broccolando, intomellando, provolonando o intortando che dir si voglia) e ballando alternativamente con X e la sua amica per tutta la sera. Ovviamente non sono Giobbe e riuscire ad intrattenere due donne in contemporanea non mi riesce granché per cui spesso stavo ad ascoltare i loro discorsi intervenendo a tratti (per la verità sempre più di rado nel corso della serata man mano che la stanchezza aumentava); in pista, mentre si ballava però era ovviamente molto più semplice avere una “comunicazione”. E così la serata è proseguita con me, che anche se a ritmo più ridotto, facevo sempre la mia porca figura facendo ballare anche i tavolini. A coronare la fine della serata ci sono stati i balli di gruppo spacca coronarie e il ballo finale con una delle insegnanti giusto per fare un po’ di lezione che non guasta mai. Alla fine ho proposto a X ella sua amica di metterci d’accordo, magari anche con altri, per fare una uscita serale tipo cinema o cena + ballo come ieri sera: la proposta sembra sia stata gradita, ma ho imparato che quando una donna dice “sì” molto spesso è “no” (e quando dice “no”, molto spesso… è “no”: bisogna sperare nel “forse”!) quindi prendo la cosa con le molle: mi piacerebbe approfondire la conoscenza di X se questo fosse possibile, ma è meglio mettere le mani avanti perché anche qui, molto spesso mi è successo che partente così sfolgoranti siano poi sfociate in cocenti delusioni… vorrei evitarlo e godere almeno di altre sere come ieri che, anche prese così da sole, mi caricano a balestra! Me ne sono andato verso l’una di notte e verso l’una e mezza ero a letto. La cosa assurda è che ero talmente pieno di adrenalina che alle 3 e mezza del mattino mi sono risvegliato e dopo ho fatto fatica a riaddormentarmi cosa che non mi capita mai! Alle 5 poi mi sono alzato dal letto sveglio come un grillo come anche ora: stasera appena arrivo a casa crollerò sul letto, ma per ora sono ancora ben arzillo e con ancora voglia di ballare: mi sa che nell’impasto per la mia pizza hanno usato la cocaina anziché la farina…

martedì, novembre 21, 2006

Dalla finestra dell’ufficio si vede far capolino un bel sole, non ho idea di quanto caldo, che investe le piante del cortile interno. Alberelli, cespugli, erba sono catturati da questa luce e la riflettono: la riflettono i rami, gli steli e le foglie ormai ingiallite. La luce si proietta sul pavimento dandomi una sensazione di tepore più primaverile che autunnale… Tra poco più di un mese sarà di nuovo Natale: assieme a quello estivo è il periodo che odio di più! L’apoteosi del consumismo, a cui non riesco a sottrarmi neanche io (se ne ho la possibilità) e dell’ipocrisia. Tutti sono “più buoni”, ma perché essere più buoni solo a Natale? Non sarebbe meglio esserlo sempre e magari concedersi di essere più cattivi solo a Natale? Ma che razza di bontà è questa? I più disgraziati del mondo continuano a morire di fame anche in questo periodo e a nessuno gliene frega niente uguale come tutto il resto dell’anno. Ci sono solo gli alberi di natale, i presepi, i cenoni pantagruelici al termine dei quali arriva, puntuale come le tasse, il tormentone su come smaltire i chili di troppo accumulati durante le feste (e mangiare di meno no?), almeno per rispetto a chi da mangiare non ce l’ha (e non sia mai che il nostro zampone sia condiviso con loro!). Tutto è auguri di buone feste, baci e abbracci più o meno finti e un clima di gioia collettiva che dire di plastica non rende abbastanza l’idea. Tutti gli anni mi fa’ sempre una grande impressione come strida il Natale che si vede in strada da quello che siamo invitati a vivere dalla Chiesa… Di questo passo la notte della vigilia la messa la faremo per babbo natale anziché per Gesù Cristo. Ho perso la fede da molto tempo, ma vedere tutto questo mi fa ribrezzo comunque, mi sembra un insulto a chi sta male, ma anche alle nostre tanto sbandierate radici “giudaico-cristiane”… Può comunque anche darsi che odi il Natale perché è stato proprio sotto Natale che seppi che mia madre aveva un cancro in fase terminale e che persi mio padre, oppure è il mio solito ed inguaribile odio per “i riti tribali”.

P.S. Devo ricominciare a studiare la lingua italiana: ormai non riesco più a mettere insieme 4 parole per fare una frase!!

lunedì, novembre 20, 2006

Quest’oggi vi racconto come funziona il sistema di retribuzione dei così detti “professori a contratto” nelle università. Allora, capita spesso che per attività di supporto alla didattica quali ad esempio le classiche esercitazioni, oppure per svolgere veri e propri corsi completi (con tot. crediti ed esame scritto e/o orale) una data facoltà emetta un bando per un contratto di insegnamento. Generalmente chi si candida è un assistente che vuole arrotondare un po’. Il nostro signor o signora X allora compila il modulo ed allega il curriculum. In seguito questi curriculum vengo fatti pervenire al professore titolare del corso (per i contratti che prevedono lo svolgimento delle sole esercitazioni) o al presidente del corso di laurea (per i contratti che prevedono di tenere un intero corso). Il/la prescelta viene poi contattato dal professore stesso con il quale poi si dovrà mettere d’accordo per quel che riguarda orari e programma da svolgere.
Il nostro professore a contratto (se svolge l’intero corso) o tutore (se svolge le sole esercitazioni) si adopera quindi bel bello per adempiere al suo compito: si fanno tutte le lezioni/esercitazioni del caso, si fanno esami scritti e orali, per tutti gli appelli minimi previsti per legge ed anche di più… Si conclude quindi il corso ed intanto il tempo passa… Se tutto va’ bene, circa 5 o 6 mesi dopo l’aver espletato tutto quanto previsto dal contratto, il nostro prof. viene chiamato indovinate un po’ per cosa: ma ovviamente per firmalo sto benedetto contratto!! Avete capito bene: prima ti fanno svolgere il lavoro e poi ti fanno firmare il contratto per svolgerlo!!! Da paura! Ma non finisce qui, perché, ancora se tutto va’ bene, circa 3 o 4 mesi dopo ti accreditano il compenso!! Dunque, ricapitolando:

1 - svolgi attività didattica
2 – 5/6 mesi dopo ti fanno firmare il contratto per fare una cosa che hai già fatto
3 – 3/4 mesi dopo ti pagano

Come detto, se tutto va’ bene ci vogliono circa 9 mesi, un vero parto, da quando hai terminato le lezioni a quando vieni pagato… ovviamente senza che un minimo di interesse venga calcolato nel frattempo… Fortunatamente però alla fine il/la nostro/a eroe/eroina è riuscito/a ad arrotondare lo stipendio: quello dell’anno dopo!! Divertente vero??

venerdì, novembre 17, 2006

Ho diversi difetti, tra i peggiori l’invidia e l’egoismo, ma ho anche un grande dono: la sensibilità. Oddio, più che dono forse è meglio dire condanna, però, a volte, è bello poter sentire le cose in maniera più intensa degli altri, ti sembra di essere più vicino all’universo e a ciò che nasconde senza ovviamente arrivare mai a scoprirlo. Riesci e farti domande che gli altri non concepiscono nemmeno perché danno troppe cose per scontate, riesci a vedere cose bellissime in ciò che gli altri neanche notano, riesci a godere di sensazioni che gli altri neanche sanno che esistono, magari perché ti sottoponi a fatiche quotidiane che per te sono una routine, ma che per loro sono assurde o troppo stancanti e magari osano anche prenderti in giro per questo (come fece poco tempo fa’ il super imbecille… e ancora mi brucia). Spesso, anzi quasi sempre è doloroso, ma al contempo è qualcosa di unico, quasi soprannaturale che ti permea completamente e ti pone ad un altro livello sconosciuto ai più facendoti sentire almeno per una volta il più “fortunato” di tutti che può guardare dall’alto in basso il loro vivere dove questo intero mondo semplicemente non esiste… Buon fine settimana Roby, quando ti va’ di uscire fammi sapere… ;)

giovedì, novembre 16, 2006

Oggi ho letto la mail di un mio ex compagno di università che è andato a lavorare alla Siemens: si è fatto un mazzo tanto i primi anni, ora fa’ la spola tra Germania ed Emirati arabi e il prossimo anno Africa; ed ha anche la ragazza… Sono troppo stanco anche per lamentarmi per l’ennesima volta… Quando leggo queste cose sto sempre male, anzi peggio e mi passa la benché minima voglia di scrivere, lo faccio solo per abitudine e tutto, le tecniche pittoriche che voglio sperimentare, i soggetti che ho in mente, anche il dialogo di ieri con M, tutto sbiadisce fino a diventare inconsistente e vuoto in attesa della morte o ahimè, di una ripresa… Non ce la faccio più…

mercoledì, novembre 15, 2006

Ieri sera dopo il corso di pittura sono andato in disco per cimentarmi nella mio primo tentativo di ballare la salsa in pubblico, ma non parlerò della serata bensì di un solo ed unico particolare che me l’ha impressa dentro, che al solo ripensarci mi riporta indietro a quel luogo e a quell’ora, con quell’atmosfera. In se’ si tratta di un particolare di poco conto, ma mi ha letteralmente trafitto la mente lasciando un impronta che, a dire il vero, so’ che scomparirà tra pochi giorni, ma che al contempo mi piacerebbe trattenere in qualche modo… Si tratta semplicemente del profumo di una delle insegnanti della scuola di ballo. Si tratta di una ragazza credo poco più grande di me, snella, carina con un viso asciutto che nei tratti, il naso in particolare, mi ricorda molto Bellezza. E’ castana con un leggero velo di lentiggini sugli zigomi, gli occhi sottili e quell’erre moscia nella parlata che, almeno a me, spesso suscita tenerezza. Di professione fa’ l’infermiera… ora che mi viene in mente, non ho mai osservato le sue mani che solitamente è una delle prime cose che guardo in una donna… curioso… Per fare un po’ di allenamento, principalmente per imparare a sentire il tempo, ho ballato un po’ con lei. Non appena le sono stato vicino ho sentito, come un uncino che si inerpicava in profondità nel mio naso fino al cervello: il suo profumo. Non il suo odore, o comunque non solo, ma proprio il profumo che usa. L’ho già sentito altre volte, specie addosso alla Supina, ed è una fragranza che mi manda sistematicamente in corto i due neuroni che possiedo. Non so’ come descriverla, è una specie di essenza speziata in cui sento una nota come di menta, molto penetrante, che si avverte subito dopo aver iniziato a percepire il profumo per esplodere poi subito prepotente con un contorno di muschio fresco che crea come un tappeto su cui scorre questa fragranza dominante… Sarei rimasto tutta la sera ad “ascoltare” questa essenza, a tentare di decifrarla, a farmi coccolare da essa, a farmi possedere da essa. Per un attimo mi sono sentito come il protagonista di Profumo quando tenta inutilmente di trattenere il profumo della sua prima vittima…

martedì, novembre 14, 2006

Che dire, ci sono momenti, l’ho detto più volte, in cui arrivare al minuto successivo mi sembra impossibile, momenti in cui l’unica cosa a cui penso è il suicidio, momenti in cui sono proprio al collasso… Intendiamoci, non è che le mie convinzioni sul senso, o meglio sul non senso, della vita mutino: ma in quei momenti mi sento veramente più vicino alla morte anche se sfortunatamente non riesco mai ad arrivarci… forse perché in fondo ne ho paura o perché in cuor mio spero più o meno consapevolmente che le cose possano migliorare. Ma al di là del discorso ammazzarmi o meno e in che modo, c’è la profonda prostrazione in cui mi trovo in questi stati che già è terribile da sopportare di per se’ e sembra non darti vie di fuga, molto peggio di qualsiasi dolore fisico. Non so se il merito sia delle varie attività che ho iniziato oppure di un qualche cambiamento nel mio modo di funzionare, ma quell’ora e mezza al corso di pittura di ieri sera mi ha molto sollevato: si, il ritratto che ho fatto non è in proporzione, la prospettiva è sbagliata, non riesco a fare le ombre bene (insomma è un vero cesso), alcuni sono molto più bravi e avanti di me, ma che importa, almeno mi distraggo, un po’ mi rilasso e riesco a stare meno male… Uno dei prossimi fine settimana potrei addirittura andare al Pineta con una lì del corso: intendiamoci, non è il mio tipo, ma non mi capita spesso di ricevere un invito da una ragazza, quindi solo per stare in compagnia con una persona diversa da quelle che vedo di solito si può fare. Stasera poi dopo il corso di pittura si va’ a ballare latino in disco… con dei 50-enni :’(, ma almeno faccio un po’ di esercizio che ne ho bisogno… anche se tremo a pensare come sarò ridotto domani mattina… Ciò non toglie che… voglio andare in India!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

lunedì, novembre 13, 2006

La depressione mi sta devastando: non ho la voglia di fare la minima cosa, mi sento stanco, spossato, gonfio da tutto il cibo che ho ingurgitato nel fine settimana che dovrò smaltire man mano nei prossimi giorni… Non ho voglia nemmeno di scrivere due righe sul blog, lo faccio solo per forza di abitudine… non so come uscirne…

La depressione mi sta devastando: non ho la voglia di fare la minima cosa, mi sento stanco, spossato, gonfio da tutto il cibo che ho ingurgitato nel fine settimana che dovrò smaltire man mano nei prossimi giorni… Non ho voglia nemmeno di scrivere due righe sul blog, lo faccio solo per forza di abitudine… non so come uscirne…

venerdì, novembre 10, 2006

Lo so’, l’unica cosa che mi viene bene è lamentarmi… ma non riesco proprio a farne a meno: il Fisichetto è stato negli Emirati Arabi Uniti, quasi certamente il Super Imbecille se ne andrà in trasferta negli USA: io sono l’unico sfigato che, oltre a non avere uno straccio di donna non riesce neanche a farsi mandare dalla ditta in un qualunque cesso di posto… Sono stanco…

giovedì, novembre 09, 2006

Tra le altre cose mi sono scordato di scrivere che, finalmente, la settimana scorsa ho terminato la dieta!! Ho raggiunto il mio scopo, ora devo mantenere il peso stabile tra 57 e 59: credo che proprio questa sarà la parte più difficile… Non so ancora di preciso come fare, per ora mi limito a comportarmi come facevo nel periodo di dieta, salvo mangiare di più quando il peso va sotto i 57 e di meno se va sopra i 59: magari riesco ad arrivare ad una sorta di ciclo limite stabile attorno ai 58 oppure continuerò ad oscillare, nel qual caso dovrò pensare a qualcos’altro.
Ieri sera mi sono tolto uno sfizio: cena da Mc Donald: lo so’ non è di certo l’alimentazione migliore per mantenere il peso, ma una volta ogni tanto (e che sia veramente ogni tanto) credo che si possa fare senza troppi problemi: voi che ne dite? Visto che amo il pollo mi sono concesso un menù con Mc Chicken Premierre: la roba al gusto di pollo che mettono nel panino mi piace veramente molto!! Per dolce poi, altra follia: uno snikers ovverosia quella barretta simil-mars con dentro le arachidi dal valore calorico di 500 calorie per cento grammi: una vera mazzata, ma erano anni e anni che non ne addentavo uno, non ho resistito. Infine, tornato a casa, visto che avevo ancora un languorino mi sono pappato anche una mela. Risultato: questa mattina pesavo 57.4, ben due etti in più di ieri mattina: vabbè oggi torniamo a regimi controllati e, credo, molto probabilmente, domani mattina sarò già in zona 57. So’ cosa state pensando: se continuo con questi sfizi addio linea ritrovata… Da questo punto di vista mi sento però abbastanza al sicuro: in realtà gli sfizi me li toglievo già durante la dieta, ma solamente nei fine settimana, mantenendo nei 5 giorni lavorativi un’alimentazione ipocalorica: ciò non mi ha impedito di dimagrire, quindi mi sento autorizzato a pensare che se ogni tanto ne inserisco uno infrasettimanale ciò non mi impedirà di mantenere il peso… o no?

mercoledì, novembre 08, 2006

Ormai sull’orlo di una crisi psicotica per colpa della mia angoscia esistenziale rientro in casa con gli altri e cerco di godermi il proseguo del pomeriggio anche se non mi riesce affatto facile… Il resto della giornata prosegue molto leggermente tra discorsi, tutti fatti da altri e da me solo ascoltati, risate, passeggiate e la nebbiolina che avanza. Verso le 18 la compagnia si scioglie e ognuno di loro torna ad essere un estraneo per me fino al prossimo anno almeno…
Ovviamente non come volevo, ma sono riuscito a descrivere comunque questa giornata autunnale… Ora posso tornare al presente, o meglio, ancora al passato: non ricordo se l’ho scritto, ma l’agenzia interinale alla fine mi ha chiamato per fare un colloquio in quella ditta che credevo avesse già trovato chi voleva così, circa due settimane fa’ ci sono andato. Si tratta di una s.r.l che fa’ parte di un gruppo più grande ed ha una settantina di dipendenti; si occupa di sicurezza nelle piattaforme petrolifere. Il lavoro devo dire mi è sembrato interessante: trasferte, credo anche frequenti, sfortunatamente brevi però, per installare o manutenere i sistemi sulle piattaforme. Si viaggia in paesi “non semplici” come Congo o Nigeria (ma per me più un posto è sfigato e meglio è…). La ditta ha persone giovani e mi ha fatto una buona impressione. Unico neo: il contratto, come al solito. Per tutelarsi si partirebbe come stipendiato all’agenzia interinale, poi contratto a termine e poi indeterminato, se tutto va’ bene: capisco che loro investono molto in formazione e corsi di sopravvivenza (si, si, avete letto bene, corsi di sopravvivenza: chissà, magari mi insegnano a costruire una bomba a mano con una biro e un arancia ammuffita per difendermi dagli attacchi dei ribelli in Nigeria… che figata… mi piacerebbe), ma anche io devo tutelare me stesso quindi anche se a malincuore, avevo deciso di rifiutare. Tuttavia mi ero deciso a comunicarlo all’agenzia interinale solo lunedì; per l’appunto lunedì vedo sul cellulare una chiamata senza risposta dall’agenzia: capisco che mi chiamavano per dirmi che mi avevano scelto allora mando una mail in cui spiego le mie ragioni. Ieri poi trovo una chiamata senza risposta, presumibilmente dalla ditta; i casi sono due: o l’agenzia interinale non aveva ancora comunicato alla ditta la mia risposta (plausibile anche perché mi è già capitato) oppure la ditta era così vogliosa di avermi da essere disposta a venirmi incontro (decisamente lusinghiero se fosse vero, ma altamente improbabile). Non ho avuto il coraggio di richiamare, aspetto che eventualmente lo facciano loro ed oggi mi porto sempre appresso il telefono…
Del colloquio che feci ciò che mi ha più colpito è stata la richiesta, ma non l’obbligo, di scrivere qualche riga da sottoporre ad una grafologa: chissà cosa gli ha detto di me: sarei veramente curioso di saperlo…
A tempo perso ho mandato anche il curriculum dove lavora Big Jim: sapevo che stavano cercando e lui poi mi ha detto che volevano mandare della gente in Slovacchia, ma nessuno ci vuole andare: ma porco dicoli, perché tutte le fortune agli altri che poi neanche le sfruttano?! Voglio andare in India!!!!!!

martedì, novembre 07, 2006

Ed eccolo qui finalmente il momento che volevo giungere a descrivere, intensissimo anche a se’ stante, ma necessario di una, lo so’ misera, descrizione di ciò che è avvenuto prima.
Fuori il tempo è sempre più grigio, la nebbia umida sale sempre di più, i contorni dei monti attorno risultano sempre più sfumati: il verde dei pini, abeti e cipressi si sfuma nel bianco della nebbia in lontananza… Più vicino distese erbose che seguono il sinuoso profilo della terra, zuppe di acqua che riposa sui fili d’erba disturbata solo da me che vi passeggio sopra. Il fuoco del camino esterno usato per cuocere la carne si sta spegnendo e ormai rimane solo un malinconico baffo di fumo grigino che si dipana da un ultimo brandello di legno bruciacchiato sotto la cenere. A destra poco più in su una specie di gazebo fatto con stecche leggere e pezzi di legno. Il tetto di paglia è tenuto ancorato alla struttura da cordoni in plastica ormai ingialliti dal tempo a cui sono legati dei mattoni: sì, quei mattoni in bilico che, Dio solo sa’ perché mi hanno così colpito: mattoni rossi come tutti i mattoni, ma ricoperti da muschio, funghi e sporcizia che li fa’ sembrare verdi, bianchi, grigi, neri. Sono lì, in bilico nel nulla, sospesi, inerti. Quei mattoni stanno lì come un gruppo affiatato in cui però ciascuno conserva la sua individualità e orgogliosamente rimarca il suo essere diverso dagli altri. Sono lì quei mattoni, sospesi come persone sospese nella vita che non si chiedono niente, stanno semplicemente sospesi e sembrano felici di questo sembra che nulla li turbi, fanno ciò per cui sono lì, tenere fermo il tetto di paglia, niente di più e niente di meno. Chissà se loro sanno perché sono lì oppure svolgono il loro lavoro senza neppure saperlo. Quei mattoni sono lì, come noi, come voi: loro hanno uno scopo, forse lo avete anche voi, ma io no, non servo a tenere fermo il tetto di paglia, non voglio servire a questo, non voglio neanche servire a costruire una casa, voglio solo tornare a casa, alla natura da cui sono nato, ma non come mattone, come puro materiale da cui si ricavano i mattoni per poter non più essere null’altro che l’universo che gira…

lunedì, novembre 06, 2006

Durante il pranzo ho mangiato fino a scoppiare: carne alla griglia, tagliatella con il ragù e per dolce una buona torta all’ananas e un’ancora più buona torta marmorizzata… Decisamente ho esagerato, ma non ho bevuto come feci la volta precedente riducendomi in uno stato pietoso…
Dopo il pranzo ancora chiacchere ed anche fumo, fumo di marijuana o come cavolo si scrive… La prima volta che presi contatto con una droga fu proprio alla prima mangiata cui partecipai ed allora come questa volta non disdegnai qualche tiro: l’effetto mi ricorda in maniera quasi identica quello delle prime sigarette normali che ho fumato: testa leggera, un blando senso di rilassatezza in tutto il corpo e mente sgombra… C’erano A C e S che si sbizzarrivano a trovare sistemi sempre nuovi per fumare; a parte un bong o un altro marchingegno simile mi è rimasto impressi S che entra nella stanza con una pentola quasi piena d’acqua, poi prende una bottiglia di plastica, ne taglia il fondo, sulla cima avvita il tappo e vi pratica un foro sul quale monta un piccolo braciere che poi accende dopo aver appena immerso il fondo tagliato. Il risultato è una nuvoletta di fumo bianco che si spande nella bottiglia fino a riempirla e lambire il pelo dell’acqua. A questo punto S svita il tappo e aspira tutto invitando tutti noi a fare altrettanto: alcuni lo fanno, io sono tentato, ma rifiuto: mi basta solo qualche tirata di una canna per “stare bene”, una pippata del genere non so che effetto potrebbe farmi, forse perderei il controllo come nelle peggiori sbronze finendo a piangere parlando di tutto ciò che ho dentro o forse finirei solo a ballare nudo sul tavolo. Visto che mi vergogno di entrambe le cose lascio perdere ed esco sul dondolo in giardino lasciando la mente libera anche grazie a sorella Maria…

venerdì, novembre 03, 2006

…Circa a metà cottura sono arrivate A, M e F: A ed F sono state mie compagne di classe rispettivamente alle elementari e alle medie, mentre M era poco di più di una conoscente quando facevo catechismo una vita fa’… Ricordo che A fu la mia prima infatuazione infantile; bassa, con dei capelli che a me sembrano belli, castani, mossi e lunghi fino alle spalle, simpatica, credo che lei abbia contribuito alla formazione nella mia testa della donna ideale che ho sempre sognato di conoscere… Di F non riesco a dire molto di più, era ed è una ragazzona robusta, simpatica e gentile… invece per M… lasciamo perdere… è un tipo…
Poco dopo sono sopraggiunti anche P, B e FA: praticamente dei “perfetti sconosciuti” che vedo solo in questa occasione… Scherzavamo, ma soprattutto scherzavano ed io li stato a vedere ed ascoltare come mi capita spesso, osservando dall’esterno questa umanità da cui per un verso o per l’altro mi sento escluso (e a volte mi chiedo se sia un bene o un male…) cercando di dare una risposta a una domanda che nemmeno io so’ formulare, ma che so’ essere lì che si staglia minacciosa nella mia testa e continua a tormentarmi giorno dopo giorno, ora dopo ora e che solo in rare occasioni si sopisce un attimo rendendomi tutto più leggero… In questo senso forse Big Jim è la persona che più mi è affine, ma è come la sensazione, o forse è meglio dire la presunzione, di riuscire a toccare e sentire le cose ad un livello più profondo rispetto a lui che rimane intrappolato nella loro superficie fermo restando che anche lui comunque ci soffre e molto… Non c’è che dire, sto raggiungendo l’apice delle seghe mentali!!

giovedì, novembre 02, 2006

…quindi partiamo ed andiamo su al podere di C. Poche battute e dal finestrino un paesaggio pigro, grigio e sonnacchioso che si dipana tra tornanti e poche, rade case… In pochi minuti siamo lì e il nostro primo compito è quello di svegliare C. A., S. e Q. che erano lì dalla sera prima con il buon proposito di iniziare presto i preparativi il mattino successivo, ma che non hanno resistito alla tentazione di fare bisboccia fino a cadere esanimi su sedie e divano fino al nostro arrivo. T, con la sua vena da maschiaccio mai sopita, li sveglia bruscamente ad urla; i poveretti ci mettono un po’ a riprendere conoscenza, ma alla fine in qualche modo ce la fanno. Senza perdere tempo, intanto, L, CR e T cominciano a preparare da mangiare, io da buon pigro li lascio fare e scambio qualche battuta con gli altri: tutto però rimane superficiale, un incontro tra niente di più di buoni conoscenti, ma tuttavia ha una sua vena di divertimento, piacevole, che ti scalda e ti fa’ stare non dico bene, ma almeno abbastanza a tuo agio. Mentre si parla, si ride, si fa’ casino, il paesaggio, tutto il meraviglioso ambiante che mi circonda, comincia a penetrarmi nella carne e nelle ossa trasmettendomi a poco a poco tutto se’ stesso… L’odore delle foglie, dell’erba, degli alberi si mescolano a quello della carne e della verdura in cottura, ma anche ai volti, alle espressioni, alle voci, ai movimenti degli altri un una specie di indecifrabile miscela… Dio quanto vorrei potervi trasmettere queste sensazioni, non come le sento ora, lontane e sfocate, ma come le ho sentite allora… Dio, come vorrei poterle trasmettere attraverso i miei quadri…