giovedì, novembre 30, 2006

Ieri sera preso dalla curiosità per le polemiche che ha suscitato a Cannes sono andato a vedere Shortbus. E’ la storia di una coppia di gay che si rivolgono ad una terapista di coppia cino-canadese per avere un consiglio su come poter ampliare le loro conoscenze. In pratica questa idea di conoscere altre persone era venuta in mente ad uno dei due che poi ha convinto l’altro. Durante il primo incontro con la terapeuta avviene un litigio tra la coppia e la dottoressa che sfocia nella confessione di lei di essere pre-orgasmica: che non vuol dire che sta per avere un orgasmo, vuol dire che non ne ha mai avuto uno. I due allora decidono di aiutare la tipa invitando lei e il marito allo shortbus, un locale di New York dove si consuma sesso libero eterosessuale e omosessuale. Alle storie della coppia di gay e della dottoressa si intreccia anche quella di una tipa che per mantenersi fa’ la dominatrice passando il tempo e frustare e maltrattare in ogni modo un figlio di papa’ che la paga profumatamente. Questa impalcatura di storia e poi riempita con scene di sesso esplicito omosessuale ed eterosessuale. C’è da dire che però non si può definire un film porno: tali scene non sono in numero spropositato e non sono di lunga durata (massimo qualche minuto a spalare). Ci sono però delle chicche vere e proprie come ad esempio l’auto fellatio di uno dei protagonisti all’inizio del film (che tra l’altro ha un gran fisico… starò mica diventando gaio pure io?? Anzi no bisex, che va tanto di moda ultimamente…??) oppure il sesso tra la dottoressa e il marito in cui ho imparato nuove posizioni che spero di sperimentare presto… l’eiaculazione che va’ a finire su un quadro astratto finendo per sembrare quasi una pennellata di colore, le orge, ma soprattutto la scena del sesso gay a tre in cui gli aitanti giovanotti cominciano ad un certo punto ad intonare l’inno americano, uno dei quali direttamente nell’ano di un altro (della serie insultiamo il machismo USA): decisamente è stata la scena più esilarante (dimenticavo: il film è una commedia!). In mezzo a tutto questo, è il caso di dirlo, bordello, si cercano di affrontare in qualche modo temi pesanti come la depressione e il suicidio, l’AIDS e la diversità in generale. Complessivamente però si vede che il film è fatto solo per provocare e creare scandalo: per togliervi una curiosità potete andare a vederlo, ma non vi aspettate molto… a parte alcune scene esilaranti…