venerdì, settembre 29, 2006

Stamattina è tornato il marito di Intelligenza: sono rientrati in Italia mercoledì scorso. Abbronzato (ovvio viste le due settimane in Thailandia e Maldive), pimpante e con anello scintillante al dito… Mi ha dato la bomboniera: si tratta di una scatola tipo pacco regalo legata con un nastro ed avente un sacchettino con i confetti al posto del fiocco: non so cosa ci sia nella scatola e neanche lo voglio sapere: me ne volgio liberare il prima possibile…
Ieri sono stato molto male, veramente male, ma la sera ha portato aiuto: sono stato alla prima lezione del corso di salsa. La grande maggioranza dei partecipanti sono coppie di 40-50 anni, ma c’è anche qualche giovane ragazza (sempre se decidono di iscriversi…) però mi sono divertito lo stesso, mi ha molto distratto quindi ho deciso di iscrivermi… Alla fine credo che farò almeno un tentativo di fare il pr anche con il rischio di rimetterci soldi da principio… Giusto due minuti fa’ mi hanno chiamato da un'altra agenzia di lavoro interinale per offrirmi un lavoro ancora nelle vicinanze di casa mia: li richiamo durante la pausa per sapere meglio della cosa… vedremo se stavolta la ditta mi chiama (da loro avevo già ricevuto una chiamata per un lavoro che poi non ha avuto esito), se le condizioni di lavoro mi stanno a genio e soprattutto se riesco a tirare fuori le palle!! Vabbè vedremo… domani mattina DEVO andare a donare il sangue e a fare un giro per agenzie immobiliari, poi il pomeriggio devo andare a fare il tatuaggio (wow!) e forse anche dallo psichiatra (dipende dai reciprochi impegni…). Buon fine settimana…

giovedì, settembre 28, 2006

Ieri sono andato a parlare con il tipo per il famoso “lavoro” do pr: in pratica mettersi ad intortare come dei forsennati gli amici per attirarli in disco: decisamente non è il mio stile. La chiaccherata è stata molto informale, il locale è carino, ma come se ne vedono tanti: vista una discoteca le hai viste tutte. Il tipo mi ha detto che quando volevo potevo sganciarmi senza problemi ed in effetti ci sto meditando: mi sa che più che arrotondare ci rimetto dei soldi e ciò non mi va’ proprio; inoltre la prima riunione è lunedì in concomitanza con la prima lezione di pittura è ciò proprio non mi và a genio… molto probabilmente domenica o leunedì mattina gli mando un sms in cui gli dico che ci ho pensato e che non me la sento… L’altro ieri mi hanno richiamato dall’agenzia di lavoro interinale per dirmi che la ditta nelle vicinanze di casa mia mi aveva scelto per il lavoro, ma ho rifiutato adducendo come motivo (fasullo) che mi era stata offerta una collaborazione come esterno in un altro ente: non oso immaginare cosa avrà pensato di me il tipo… D’altronde, diciamocelo, non ho le palle per rimettermi in gioco (e forse non le avrò mai) con un contratto a termine col rischio di rimanere a piedi se non riesco a starci dietro e poi, secondariamente, c’è la riconoscenza a chi mi sta dando da lavorare e poi un po’ anche la speranza che scelgano quel mio amico che è da un po’ che è senza lavoro e trovarne uno aiuterebbe la sua auto stima credo. Detto ciò sono caduto nella depressione più nera: dell’India no si sa niente, i prezzi delle case sono esorbitanti e non riesco a trovare un misero secondo lavoro serale degno di questo nome: in fondo non mi sembra di chiedere molto, solo di poter fare il cameriere in un locale notturno, magari nei fine settimana… Mi sento con l’acqua alla gola; al lavoro ora ho da fare una cosa semplice e “rilassante”, ma non riesco minimamente a concentrarmi… Non so’ come uscirne: forse i soldi non renderanno felici, ma aiuterebbero notevolmente ad alleviare la depressione: vero Roby? Si accettano suggerimenti…

mercoledì, settembre 27, 2006

Ma come fanno gli altri…

Voglio andare in India!!!!!!!!!!! Stamattina ho avuto la pessima idea di guardare su internet un po’ di case (che lavoratore eh?!): nella più rosea delle ipotesi per circa un terzo della mia vita un terzo del mio stipendio almeno se ne andrebbe via in mutuo; senza contare bollette, tasse e balle varie; come a dire che dovrei passare ogni singolo giorno dei prossimi 25-30 anni a combattere per centellinare ogni singola spesa: scusate ma questo è troppo considerato che la casa nella tomba non me la potrò portare!!!! Se gli affitti fossero solo un po’ meno cari… Eppure il mio collega cafone sta per fare un mutuo da160 mila euro e lo fa a15 anni e neanche sa’ quanto pagherà: o è scemo, come penso, ho ha il culo parato dai genitori o ha una fonte di reddito alternativa e remunerativa tipo, conoscendolo, lo sfruttamento della prostituzione… Simpatia s’è fatta un muto tentennale da sola, per quel che so’ pagava 400 o 500 euro, ma sembrava cavarsela benissimo; il mio ex collega di dottorato ha fatto circa 200 mila euro di mutuo con la morosa e insieme pagano 900 euro, ma almeno condividono tutte le altre spese… Non lo so’, ma mi vien male, sarà la mentalità contadina del “si spende ciò che si ha”, ma mi vien veramente male… E’ inutile, non c’è pezza devo trovarmi un’occupazione supplementare: il pr potrebbe essere un inizio (vedremo se e come va’ stasera), ma bisogna vedere come si sviluppa, se si sviluppa, ma poi… no… non basta, devo fare altro tipo prostituirmi, sempre che trovi qualcuno disposto a pagare per venire con me (forse qualche gay…), oppure potrei mettermi a spacciare, oppure potrei vendermi un rene su internet (direi che è la cosa migliore), oppure, se si decidessero, potrei andare in India: lo so, è un postaccio, ma lì con 300 euro al mese paghi l’affitto (o il mutuo) per una villa + servitù + auto con autista + spese accessorie = vivo come Berlusconi e riesco a mettere da parte tante rupie (da convertire subito in euro) per comprare casa in Italia: per quest’anno dell’India non se ne parla, ma io ci voglio, ci devo andare porco dicoli!!! Altrimenti non mi resta che il rene (e piangere)…

martedì, settembre 26, 2006

Decisamente stamattina è stata una di quelle in cui uno sarebbe tentato di alzare il telefono e chiedere alla segretaria di segnare una giornata di ferie (o, più biecamente darsi malati), riabbassare la cornetta, sistemarsi ben bene sotto le coperte e stare ad ascoltare nel dormiveglia lo scroscio della pioggia che cade fuori… Invece l’esiguità delle ferie residue e la stramaledetta lealtà al datore di lavoro mi hanno indotto ad alzarmi, vestirmi, nuotare fino alla macchina e andare a far finta di lavorare…
Mi ha appena mandato un sms il tipo della discoteca che avevo contattato: ci dobbiamo vedere domani sera per fare 4 chiacchere: sono proprio curioso di vedere come và… mi devo guardare una mappa per arrivare alla discoteca: in verità ci sono stato solo una volta in vita mia, ma fortunatamente è situata nel centro di una città della quale frequento abitualmente alcuni posti quindi non dovrei avere troppi problemi ad arrivarci… Questa mattina la mia cariolona ha compiuto i suoi primi 50000 chilometri: è giunto il momento di un controllo infra-tagliando, però non so se me la fanno di sabato quindi con tutta probabilità dovrò aspettare fino al ponte dei morti (fortunatamente si tratta sono di un controllo dei livelli quindi non troppo importante né dispendioso per fortuna).
Giovedì ho la presentazione del corso di ballo (a cui ho già trovato un sostituto nel caso non mi vada a genio) mentre sabato mattina volevo donare il sangue e fare un giro per agenzie immobiliari; sabato pomeriggio poi mi devo fare il tatuaggio: decisamente una giornata pienotta vero? Però mi piace essere occupato, mi fa sentire “vivo”…
Dal matrimonio di Intelligenza non ho più ricevuto una mail da quelli di Bologna: forse mi hanno tolto dalla mailing list: forse è meglio così… L’essermi staccato mi ha costretto a trovarmi dei modi per riempirmi la vita da solo: la scuola di pittura, quella di ballo, il possibile (se va' in porto) lavoro da pr. Forse sto riuscendo a crearmi un mondo più vasto in cui i miei amici sono solo una parte, magari non grande: credo che questo sia un bene; certamente era un male che loro costituissero il 100% del mio universo specialmente che Bellezza, Intelligenza e Simpatia fossero le uniche ragazze con cui avevo dei contatti… certo, ora non ho proprio contatti con l’altro sesso, ma in fondo cosa è meglio: essere “amico” di tre ragazze e soffrirci perché non potrai mai averle o non stare con nessuna e soffrire la solitudine. Sono corse brutte entrambe, ma forse alla seconda ci sono più abituato e riesco a sopportarla meglio in attesa che qualcosa cambi anzi, che tutto cambi!
Sabato sera sono andato a vedere un film: PROFUMO, storia di un assassino. La critica l’ha stroncato e anche quelli che erano seduti vicino a me al cinema non lo hanno gradito, ma a me è piaciuto un sacco, un po’ come Angela.

lunedì, settembre 25, 2006

Giorni fa avevo mandato un paio di mail ad altrettante discoteche della zona: mi offrivo come cameriere senza esperienza per arrotondare. Una delle due mi ha risposto proponendomi un lavoro di pubbliche relazioni. Sinceramente credo che nulla sia più lontano dal mio carattere da questo, ma ho pensato che potrebbe essermi utile per sviluppare la mia socialità quindi, dopo aver messo le mani avanti, dicendo che era una cosa che non avevo mai fatto e che non sapevo se ne sarei stato capace dato il mio carattere introverso, ho deciso di dare la mia disponibilità e voglia di mettermi in gioco loro avevano voglia di mettermi alla prova! Se non li scoraggia il mio aver messo le mani avanti vedremo come andrà… Oggi grazie ad una grandiosa dritta di un mio collega (che poi era il classico uovo di Colombo) ho fatto funzionare egregiamente un circuito che da un paio di giorni mi dava dei problemi: adesso non vedo l’ora di mostrarlo al mio capo dando però giustamente il merito al mio collega per averlo alla fine fatto andare…
Questo mio collega, o meglio vicino di scrivania è bisogna dirlo un tipo che il suo lavoro lo sa’ fare bene anche se alcuni suoi comportamenti possono risultare strani. Non fa né colazione né pranzo, cena solo. D’estate, quando và al bar di pomeriggio, si fa fuori due gelati dietro fila per merenda, non beve null’altro che Coca cola ed è sensibilissimo ai rumori: spesso poco dopo essere arrivato si mette i tappi nelle orecchie per riuscire a studiare in pace i suoi circuiti tutti rigorosamente a transistor discreti (= tanti tanti componenti per fare circuiti anche semplici) sui quali scrive valangate di formule. La sua scrivania e la sua postazione di lavoro (di cui è gelossissimo) sono dominate da un caos di dimensioni bibliche. Non è un gran chiaccherone, ma si è sempre dimostrato disponibile e cordiale.

venerdì, settembre 22, 2006

Ieri dopo molto tempo ho incontrato, per caso, il mio ex rappresentante operaio… Lo trovato in splendida forma: la doppia vacanza in Grecia gli ha fatto bene. A quanto pare sta cercando lavoro all’estero: la sua ragazza sta per terminare il dottorato e quasi certamente rimarrà a lavorare in Olanda e lui giustamente la vuole seguire. Abbiamo fatto un po’ di chiacchere mentre aspettava l’autobus, ma non sono emerse notizie di particolare nota… Alla fine ho deciso di non andare alla presentazione della scuola di ballo a Bologna: avrei fatto terribilmente tardi, in compenso ho notato alcuni manifesti di altre scuole più vicine, sfortunatamente ho scordato la mail, ma ho recuperato il telefono. Sto anche facendo il pensiero di andare a sentire per un appartamento di cui avevo letto: comincio ad essere veramente stanco di parassitare mia sorella, devo ritornare indipendente… E mi devo anche trovare un secondo lavoretto, magari cameriere in una qualche discoteca o pub: ho iniziato a chiedere, ma non ho avuto fortuna, spero vada meglio anche se l’ideale sarebbe riuscire a trovare una collaborazione con una qualche ditta… Idee tante, possibilità di realizzarle meno, ma intanto proviamoci…Stamattina il mio oroscopo diceva che ero carico (era vero) e il mio partner se ne sarebbe accorto preparandomi una serata hard!!! Mavaffanculo, ce l’avessi almeno un partner!!!! L’oroscopo mi ha rovinato la giornata, che nervi… Va’ bè, magari un giorno anche questo problema riuscirò a risolverlo… proviamoci…

giovedì, settembre 21, 2006

Ieri pomeriggio mi hanno chiamato dall’agenzia internale per dirmi che la ditta sembra essere molto interessata a me e vorrebbe fissare un altro colloquio. Io ho risposto bene, ok, fatemi sapere. Purtroppo credo che alla fine non cambierò lavoro, almeno per ora: se non altro per riconoscenza per dove lavoro ora: quando ero alla fine del dottorato e cercavo uno straccio di lavoro sono state una delle pochissime aziende che mi ha risposto, mi hanno offerto da subito un tempo indeterminato e mi hanno concesso pure un part-time per finire con l’università: praticamente tutto ciò che chiedevo me lo concedevano, spero sia così anche con l’India…
Al tipo della ditta ho spedito su sua richiesta il cv con scritto che magari ero disposto anche ad una collaborazione da esterno, ma reputo sia molto difficile anche se per me sarebbe il top: due stipendi e gran lavoro da fare… un sogno… Però la speranza è l’ultima a morire…
Oggi mi hanno mandato una mail anche dalla multinazionale: hanno detto che prendevano un altro. Ok, tanti saluti e grazie, ma puntualizziamo che sono io che non ho voluto venire da voi, non voi che non mi avete voluto: se ne avessi avuto voglia mi potevo intortare il francese come mi pareva e piaceva, ma ho lasciato perdere perché l’unico vantaggio a lavorare lì sarebbe stato l’essere vicino a casa, per il resto mi sa zero (tra l’altro il francese cominciava a starmi pure sulle balle…).
Ma adesso pensiamo a cose più divertenti: il corso di balli latino americani! Negli ultimi giorni ho visto proliferare come funghi i cartelloni per corsi a Bologna, uno tra l’altro fa la presentazione stasera, ma tra una cosa e l’altra non sarei a casa prima delle 2 e alle 5 mi devo alzare; morale: anche se ha malincuore mi tocca di limitarmi a guardare i siti e magari telefonare per prendere informazioni mentre aspetto che inizi quello nella cittadina più vicino a me. Per la verità la scuola che ho scelto non è molto pubblicizzata, ma di meglio non ho trovato; la mia paura e che saremo in 4 gatti. Bhè se così sarà, mi sposterò a Bologna e sopporterò di dormire 3 ore, tanto è solo un giorno a settimana (comincio molto soft). La mia intenzione è di conoscere nuove persone, poi magari mi appassiono pure e comincio a praticarlo più assiduamente… vedremo, ma non devo scordare la scherma…

mercoledì, settembre 20, 2006

Miiii… Non ci posso credere!!!! 3

Visto che è presto per il secondo colloquio faccio un giro per vedere l’ubicazione del posto che mi avevano indicato per farmi un tatuaggio. Anche con questa deviazione, a dire il vero non troppo fuori percorso, arrivo in anticipo quindi parcheggio la macchina poco lontano e aspetto un po’: quando ho deciso che ho aspettato abbastanza mi decido ad andare. Arrivo davanti al cancello e suono, poco dopo aprono, entro e mi presento alla segretaria, una signora sulla sessantina (ma scusa, le segretarie non dovrebbero essere tutte giovani e carine). La tipa mi dice che l’ingegnere con cui dovrò fare il colloquio è al telefono e mi fa aspettare senza neanche farmi accomodare: male, molto male devo dire, la cortesia non sa’ neanche dove stia di casa. Intanto che aspetto mi metto a sfogliare gli opuscoli sulle macchine che produce la ditta. Quando il tipo si libera chiama la segretaria e le dice di farmi accomodare in una sala libera (finalmente un po’ di cortesia). Aspetto un po’ finché non arriva uno che non sembra avere molti più anni di me vestito in jeans e maglietta che mi saluta con un “ciao”. Decisamente non mi sarei aspettato un colloquio del genere: molto informale, molto diretto fin dall’inizio, molto interessante pure. Il tipo ha 8 anni più di me e dirige l’ufficio tecnico elettronico che è composto da ben 2 persone: lui e un perito!! La ditta ha 130 dipendenti e produce macchine automatiche per l’impacchettamento. Mi racconta che è un settore in cui c’è molta concorrenza (lo sapevo) in cui ci vogliono orari flessibili, ma li straordinari sono pagati (essendo vicino a casa un orario flessibile non mi spaventa, anche perché li ho già flessibili anche se non per il lavoro ed inoltre dove sono ora gli straordinari non li pagano); mi dice che loro internamente non producono praticamente nulla: progettano solo le parti, le fanno fare fuori e poi le montano dentro. Il tipo mi fa’ anche fare un giro per farmi vedere un po’ le macchine: decisamente stavo per avere un orgasmo… Assolutamente magnifico: manipolatori antropomorfi, linee di impacchettamento, e quant’altro. Hanno alcuni clienti importanti come Agusta, la Tetrapack o l’Esercito. In tutto questo bellissimo sogno l’unico grosso neo è il contratto: vista la dimensione ridicola del loro ufficio tecnico non si possono permettere di assumere uno a tempo indeterminato da subito, col rischio che poi non faccia nulla, quindi volevano fare un contratto a termine di 6 mesi – 1 anno o più per valutare e poi si vedrà. Decisamente sarebbe un bel rischio e non so se ho le palle per affrontarlo, ma sembra anche un gran bel lavoro, certo molto stressante, ma interessante… Mi è stato inoltre prospettato un avanzamento di carriera negli anni futuri in quanto il tipo che mi ha fatto il colloquio dovrebbe essere spostato in altra area… Non lo so, il colloquio è stato bellissimo, ma temo mi manchi il fegato… Vedremo…

martedì, settembre 19, 2006

Miii... Non ci posso credere!!!! 2

... Allora, riprendiamo... Dicevo, arriva poi il momento del perche' e per come voglio cambiare lavoro. Qui gli ripeto nuovamente i discorsi che: dove lavoro ora e' lontano da casa, vorrei prendere di piu', vorrei viaggiare. Lui sul fatto di essere vicino a casa non ha niente da dire, ma mi disillude subito sul fatto di viaggiare, nella sua area non si viaggia perche' costa all'impresa, se volevo viaggiare dovevo fare il commerciale. Poi il discorso monetario mi dice che non dimende da lui e pace.
Mi chiede se sono piu' verso l'hardware o piu' verso il software: gli dico che sono piu' per l'ardware analogico, ma faccio anche del software se serve. Lui mi risponde con aria di chi cerca qualcosa di diverso: "perche' vedi, io cerco uno che faccia dell'hardware, ma se c'e' bisogno anche del software...". Ma porco dicoli! Ma mi hai ascoltato o no?! Ti ho detto la stessa cazzo di cosa un secondo prima! Ma ci sei?? Sei connesso??
Dopo questa brillante conversazione mi chiede se sono ancora interessato ad entrare li' ed io senza rispondere faccio un po' la faccia delusa: Dio solo sa se ha interpretato correttamente cio' che voleva significare... Ad ogni modo il colloquio finisce li', ma prima di andare via mi mostra alcuni dei loro prodotti sui quali gli faccio alcune domande a cui risponde con sufficienza (ma vaff...).
E qui termina il primo colloquio, domani parleremo del secondo. Hola!

Miiii …Non ci posso credere!!!!! 1

Allora, ieri come sapete è stato il “job interview day” per usare un’espressione inglese che fa’ sempre figo: due colloqui di lavoro in un pomeriggio.
Arrivo al primo colloquio, quello con la multinazionale, con una quindicina di minuti di anticipo: riceve il francese con cui parlai la volta scorsa. Mi portò in una stanza diversa da quella dell’ultima volta: una sala riunioni assediata da una marea di elettrodomestici. Più che ad un colloquio di lavoro mi sembrava di essere in una cucina di un ristorante… Ci sediamo e comincia l’intervista in cui io rispondo sbigottito: cioè, siamo a settembre, io e lui ci siamo visti la prima volta a luglio ed ora mi fa un secondo colloquio dove mi chiede le stesse identiche cose della volta precedente!!!!! Vi giuro, le stesse: nome, cognome, età, studi, esperienze e via discorrendo… Rimango interdetto e rispondo alle sue domande e tra me penso: “magari si è scordato la mia faccia, lo capisco, crede che sia uno nuovo da valutare, non si ricorda del primo colloquio”… ma non ho il coraggio di dirglielo anche perché sono troppo impegnato a tentare di stare dietro al suo inglese parlato a raffica. Ad un certo punto arriva il momento delle domande tecniche e, indovina un po’, mi fa’ la stessa domanda che mi fece la prima volta che ci vedemmo, alchè io prendo la palla al balzo e gli dico: “guarda che questa domanda me l’hai già fatta due mesi fa’, la prima volta che ci vedemmo” nella speranza che rinsavisse, ma lui, Dio m’è testimone, fa’ una smorfia che non ho capito che significasse e mi chiede di svolgere l’esercizio (cretino). Disegno un paio di curve alla lavagna e lo guardo come a dire “Ma sei stupido o cosa??”. Lui replica e dice: “Che altro esercizio posso farti fare, ah, si, questo, che è una cosa importante”. Non mi perdo nella descrizione dell’esercizio perché vi annoierei, vi basti pensare che era talmente idiota che bastavano le conoscenze di fisica di un liceale per svolgerlo: un vero insulto alla mia laurea sudata e meritata (non dico al dottorato, che è ampiamente immeritato). Dopo la fiera dell’idiozia in cui ho definitivamente concluso che il mio interlocutore ha il cervello completamente bruciato da un forno a microonde, arriva la parte del perché e percome voglio cambiare lavoro…

venerdì, settembre 15, 2006

Dialogo tra Me e Stesso

Stesso: Cosa è quell’aria pensierosa… come se fosse una novità…
Me: Sai di quelle due opportunità di lavoro, una trovata tramite una agenzia interinale e l’altra tramite internet?
Stesso: sì, allora?
Me: bhè, come avevo scritto anche sul blog lunedì nel tardo pomeriggio devo andare a fare un colloquio per una di esse. Ieri pomeriggio ho poi ricevuto una chiamata dall’altra ditta per il secondo colloquio (a quanto sembra il mio inglese non gli ha fatto troppa pena…) e visto che c’ero l’ho fissato nel primo pomeriggio di lunedì.
Stesso: Bene direi, così prendi due piccioni con una fava: con un unico permesso sbrighi due faccende. Positivo no?
Me: si… ma…
Stesso: Oddio, non ricominciare: ma cosa?!
Me: non lo so… non più cosa voglio fare veramente…
Stesso: Correzione: tu non hai MAI saputo cosa vuoi veramente!! Da quando ti conosco sei sempre stato il solito irritante fifone!
Me: perché sei così duro con me?
Stesso: … come disse la vagina al pene… Perché con te l’unico modo per ottenere qualcosa è con la forza!
Me: … voglio morire…
Stesso: Ci risiamo: ma porcavacca, sono 12 anni, 12 anni che sei depresso e continui a vegetarci senza deciderti a crepare o a uscirne… e che palle, deciditi una buona volta! Cazzo!
Me: il mio collega qui davanti ha appena aperto un video porno sul pc…
Stesso: Bene, allora fatti una sega, che ti fa bene!
Me: sai, che ti dicevo dell’agenzia matrimoniale…
Stesso: no, ti prego questa cosa da ultra sfigati risparmiamela perché non la riesco a concepire…
Me: ma sai quanto sono sfigato con le ragazze, sai come mi sento solo, sai come ci sto male…
Stesso: so’ che finché non cambi atteggiamento tutto non potrà che peggiorare… ma che parlo a fare, tanto il modo migliore per non farti fare una cosa è proprio dirti di farla: cresci!!
Me: ti volevo dire che ci ho rinunciato…
Stesso: grazie al Cielo!! Una volta ogni tanto ragioni vedo…
Me: dalle ricerche che ho fatto sui internet sono emerse notizie alquanto poco rassicuranti…
Stesso: ma se lo sanno tutti che quelle cose sono delle fregature per rubare soldi agli imbecilli come te? Avevi bisogno di Google per scoprirlo? E poi dico, cazzo, hai 28 anni, mica 82! Sei un ragazzo perfettamente normale, almeno fisicamente, corporatura media, altezza media, normo peso, insomma tutto schifosamente nella media: e allora la morosa, se la trovano gli altri la troverai anche tu, poi te la sposerai e tu romperà i coglioni a vita e ciò ti farà rimpiangere l’averla desiderata!… Scherzi a parte, se devi spendere dei soldi, spendili in un buono psicoterapeuta che ti aiuti a stare meglio con gli altri…
Me: si, forse hai ragione, forse,… ma
Stesso: … ma vaffanculo! Arrangiati! Mi hai rotto le palle!
Me: scusami
Stesso: scusami una sega! Ti saluto, fammi sapere quando hai intenzione di usare le palle…

Me: … è sempre così, una eterna lotta tra ciò che sono e la mia coscienza mascherata da ciò che vorrei essere…

giovedì, settembre 14, 2006

Devo dire la verità, mi ero talmente abituato a scrivere la cronaca delle mie ferie ungheresi che ora mi ritrovo un po’ spaesato… Intelligenza lunedì mi ha mandato un sms per dirmi che il matrimonio è andato bene e per ringraziarmi della partecipazione al regalo. Adesso sono in Thailandia e successivamente si sposteranno alle Maldive.
Al ritorno dalle ferie, per la serie “a volte ritornano” ho ricevuto una mail dalla multinazionale per cui avevo fatto il colloquio a luglio: non hanno ancora scelto i candidati quindi non mi sanno ancora dare una risposta certa, ma il mio nominativo sarebbe comunque stato tenuto in considerazione (testuali parole). Pochi giorni fa si sono rifatti vivi pure dall’agenzia di lavoro interinale per quel lavoro nella mia zona inerente a ciò che mi piacerebbe fare: mi hanno dato il nome della ditta, che per altro avevo già intuito, e mi hanno detto che la ditta vuole fare un colloquio con me: il tipo dell’agenzia mi ha proposto giovedì (cioè oggi), ma gli ho detto che ero occupato, allora ha proposto venerdì, ma ancora gli ho risposto che ero occupato, alchè si è spazientito e mi ha chiesto se il lavoro mi interessava ancora e gli ho risposto di sì con tono certo e ansioso di andare a fare il colloquio. A questo punto mi ha chiesto quando ero libero e alla fine ci siamo messi d’accordo per lunedì pomeriggio. In realtà avrei anche potuto prendere un permesso oggi o venerdì, ma non mi andava di fare un colloquio questa settimana, preferivo la prossima, poi non ho nessuno che mi corre dietro (e mi sa anche la ditta visto che, per quel che sapevo, l’assunto avrebbe incominciato a lavorare dal 24 luglio, ma a metà settembre ancora non hanno trovato chi gli piace…). Mi ha molto irritato però il tipo che si è spazientito perché gli ho detto che questa settimana ero molto occupato: va’ bè che è una balla, ma scusa solo perché voi mi concedete l’onore di chiamarmi per farmi fare un colloquio non è che io vi debba adorare come dei in terra e piegarmi a ogni cosa che diciate: per grazia di Dio ho un lavoro a tempo indeterminato e quindi il coltello dalla parte del manico ce l’ho io ed intendo usarlo (ovviamente anche con la ditta: se lo scordano di darmi un lavoro a tempo determinato: o indeterminato o ciao ciao).

mercoledì, settembre 13, 2006

Ed eccomi arrivato a sabato 26: ultimo giorno di vacanza. Devo dire che in Ungheria mi sono divertito una cifra, ma anche molto stancato e l’idea di tornare alla vita normale un po’ più sedentaria non mi dispiaceva troppo (a parte il dover tornare al lavoro…). Ad ogni modo l’ultimo giorno decido di prendermela comoda: mi alzo un po’ più tardi del solito e dopo colazione mi dirigo dritto verso il mercato coperto per comprare qualche souvenir. Dopo un ora o due tra le bancarelle, avendo soddisfatto uno degli istinti primari del turista (i souvenir appunto) me ne esco e inizio a girare a caso senza un idea fissa di dove andare. Passo davanti al museo nazionale e faccio qualche foto quindi decido di farmi un bel girellone lungo e di tornare alla piazza degli eroi, ma soprattutto al grande parco dietro di essa. Man mano che vado in la’, specialmente in via Andrassy, mi accorgo che c’è uno strano fermento nell’aria: in giro è pieno di tizi grandi e grossi che portano giubbini fluorescenti con su scritto SECURITY. Visto che quella via è piena di ambasciate penso che magari debba arrivare un qualche politico vip: mi sbagliavo di grosso, ma lo avrei scoperto solo nel pomeriggio…
Arrivo alla piazza degli eroi e mi accorgo che stanno chiudendo al traffico alcune strade adiacenti: in giro sempre più omoni della sicurezza… Entro nel parco e passo lì il resto della mattinata e il primo pomeriggio tra passeggiate e soste ai chioschi. Mentre cammino sento musica che viene da due zone distinte del parco: da una parte c’era un concerto, mentre dall’altra avevano allestito uno spettacolo di skaters. Rimango a guardare per un po’ poi mi dirigo verso casa: era come se la stanchezza accumulata nei giorni precedenti fosse esplosa tutta d’un botto. Arrivato all’uscita del parco, sulla piazza degli eroi, vedo che la zona è stata completamente chiusa al traffico e in giro inizia a farsi vedere molta polizia. All’imbocco di via Andrassy c’è già una notevole folla tra cui un sacco di belle ragazze poco vestite… :)
Visto che sono vicino entro in una fermata della linea uno della metropolitana: è da vedere in quanto una delle più vecchie d’Europa e con le fermate realizzate in stile liberty. All’uscita riprendo la strada di casa addentrandomi in una folla sempre più fitta di ragazzi festanti per non sapevo che razza di motivo: non mosse che mi sentivo estremamente stanco e dovevo riportare i souvenir in albergo mi sarei unito volentieri a quella strana festa. Andando avanti addentrarsi in mezzo alla folla casinara diventa sempre più difficile; ad un certo punto. Intanto sentivo della musica indistinta venire da più in là… proseguo e trovo un lungo serpentone di camion equipaggiati con casse stereo che emettevano Dio solo sa quanta potenza in decibel e dietro le casse una massa indistinta di giovani danzanti. Per la maggior parte questi giovani erano ragazze in bikini dai fisici decisamente apprezzabili: faccio appello alle mie ultime energie per avvicinarmi ai camion più “interessanti” e fare alcune foto alle fanciulle. Proseguo la mia marcia contro corrente in mezzo al casino più assurdo sfidando il muro compatto di gente e guardando qua e la massa incredibile di belle ragazze: il mio istinto mi suggeriva una sola cosa, ma il mio fisico non aveva le energie per mettere in pratica un qualunque tentativo di intorto… Riesco faticosamente a uscire dal girone dantesco e, subito dietro il corteo simil-rave trovo un esercito di spazzini intento a ripulire l’immane caos che la processione lascia dietro di se in termini di bottiglie vuote, cartacce e altri rifiuti…
Arrivo al mio hotel e mi stendo sul letto per fare un riposino: verso le 21:30 esco nuovamente e ripercorro la strada della mattina per la piazza degli eroi: la trovo completamente occupata da una folla indistinta assiepata su diversi palchi su cui svettavano intensi e luminosissimi dei maxi schermi: musica a volume altissimo, gente ovunque e in quantità mostruosa, rifiuti ovunque: un vero macello. Addirittura avevano montato una gru per fare il banji jumping! Ho avuto 30 secondi di follia in cui mi sono detto: lo faccio anche io! Ma poi ho pensato che non avevo nessuno a cui affidare le mie cose tipo portafoglio perciò ho desistito anche se devo dire a malincuore… Dopo circa una o due ore ne ho avuto abbastanza e me ne sono tornato in stanza facendo lo slalom tra i rifiuti, gli spazzini che tentavano di mettere un minimo di ordine a tutto quel caos e le ambulanze che andavano su e giù a recuperare relitti in stato comatoso ai bordi delle strade.
Solo il successivo lunedì al lavoro, guardando le foto su Repubblica, ho scoperto che quell’immane casino era la festa della musica elettronica che avevo beccato per puro caso: d’accordo, non ero al massimo delle mie forze, ma questa volta posso dire: “ed io c’ero” non fosse altro per ammirare tutte quelle belle signorine ungheresi presenti OVUNQUE…
Finisco la serata ancora una volta con una sigaretta di fronte alla basilica di Santo Stefano che saluto prima di rientrare.
Il giorno dopo la sveglia mi butta giù dal letto alle 5:00; lascio la stanza e davanti all’albergo, alle 5:30 come da appuntamento preso il giorno prima, arriva il servizio mini bus che mi riporta all’aeroporto; l’ultima immagine che ho dell’Ungheria sono i ponti di Budapest sul Danubio visti dall’alto: arrivederci Ungheria, arrivederci belle ungheresi, spero di rivedervi presto…

martedì, settembre 12, 2006

… Ed eccomi come detto in fila di fronte al palazzo del parlamento a fare la fila per visitarlo in una giornata grigia e piovigginosa. Finalmente arriva anche il mio turno e, assieme ad altri mi avvio verso l’ingresso per i turisti dove ci aspetta la guida che parla italiano. Appena entrati ci viene fatto vedere un modellino del palazzo fatto di fiammiferi e ci viene un po’ raccontata la sua storia. Poi proseguiamo verso il grande atrio da lì saliamo un’ampia scalinata che ci porta ad ammirare le infinite colte a cuspide che si ripetono ossessivamente in tutte le direzioni, le colonne in marmo rosa e quelle in finto marmo, le statue e i decori… Da lì ci spostiamo verso la sala dove sono custoditi i gioielli della corona, simbolo della repubblica (curioso controsenso vero??). Si tratta di un ampia stanza rotonda con dodici colonne distribuite sulla circonferenza sopra le quali ci sono altrettante statue dei più grandi re d’Ungheria, ovviamente Santo Stefano in testa. Tra loro c’è anche la grande Maria Teresa d’Austria, unica donna incoronata re (e non regina) d’Ungheria. Al centro si trova una teca che contiene la corona, il globo con la croce apostolica di Santo Stefano, lo scettro e la spada. Purtroppo non ci si poteva avvicinare molto, non avevo gli occhiali e per di più non si poteva usare il flash per fare foto, così di quella corona ho un ricordo molto sfocato come di una specie di ciotola d’ottone rovesciata sulla quale riuscivo a intravedere a malapena la croce storta che la sovrastava: sono comunque felice di averla vista (anche se male) e di esserle stato vicino: mi è sembrato di essere vicino alla Storia con la “s” maiuscola! Dopo la corona attraversiamo una sala d’attesa e ancora archi, statue, colonne, decori, dipinti. Arriviamo infine nell’unica camera del parlamento. Il parlamento ungherese è composto infatti da una sola camera di 300 deputati circa: una cosa molto intima in pratica… Di questa sala ciò che più mi ha colpito è stata la spiegazione dell’ingegnoso sistema di aerazione. Il parlamento è stato costruito alla fine dell’800 dopo “il compromesso” siglato nel 1867 che tramutava l’Impero Austriaco nella duplice monarchia nota come Impero Austro-Ungarico; già allora però il palazzo era dotato di riscaldamento e aria condizionata autonomi!! Il riscaldamento avveniva tramite una caldaia a carbone posta al di fuori delle sue mura e collegata a delle grate poste nel pavimento tramite delle condutture. Le medesime grate erano però collegabili anche ad un’altra serie di condutture che portavano a delle ghiacciaie interrate che d’inverno venivano riempite con il ghiaccio che si forma sul Danubio per poterlo conservare diversi mesi. Quando faceva caldo queste ghiacciaie erano dunque collegate alle grate nella Camera; tuttavia, visto che l’aria fredda per sua natura tende a scendere anziché salire, per aspirarla si creava un effetto camino tramite altre grate poste sul soffitto e aperte al bisogno. Questo mirabile sistema è stato utilizzato fino al 1995: non male vero?? Dopo la visita alla Camera siamo usciti: breve, ma intenso è la definizione giusta!
A quel punto era ora di pranzo ed avevo fame, ma non trovavo un posto che mi andasse a genio, vuoi per il costo vuoi perché non facevano cucina ungherese (a Budapest ci sono ristoranti di ogni tipo tranne che ungheresi): alla fine mi sono rassegnato ed ho preso un gyros ad un chiosco.
Dopo pranzo ho ripreso la mia lunga marcia stile Mao e sono arrivato all’isola Margherita: una grande isola-parco in mezzo al Danubio. L’ho girata a piedi e mi ci è voluto tutto il pomeriggio tanto è grande! Come per il parco dietro la piazza degli eroi anche qui si alternavano boschi a prati, ma questa volta ancora più grandi!! Ogni tanto si trovava un chiosco con gente lì attorno a mangiare e poi ancora laghi artificiali e fontane, di cui una andava a tempo di musica. Dentro c’erano persino le rovine di un convento del 1200. Dopo il bellissimo giro torno indietro fin verso il mio albergo per vedere la zona del mercato coperto dove sarei andato l’indomani per comprare qualche souvenir come ogni buon turista che si rispetti…
Dopo essere tornato in albergo ed essermi riposato sono uscito a prendere una birra ed ho concluso la serata fumandomi un sigaretta di fronte la basilica di Santo Stefano.

lunedì, settembre 11, 2006

Il giorno successivo, venerdì 25, di buon mattino riparto all’assalto di Budapest. La prima tappa è di nuovo la sinagoga. Per entrare si paga un biglietto di 1000 fiorini (circa 4 euro), ma tirando fuori il mio tesserino da studente universitario che ancora conservo ho avuto uno sconto di 300 fiorini (che bastardo eh?). All’ingresso un tipo vestito alla maniera classica degli ebrei che si vedono nei film che parlano di nazismo mi da’ lo zucchetto nero (o come si chiama) da mettere in testa per poter entrare: curioso, noi per entrare in una chiese ci dobbiamo togliere il cappello, loro per entrare in una sinagoga se lo devono mettere… è buffo, non trovate? L’interno è, crocefisso a parte, identico a quello di una chiesa: grandi volte, immense vetrate colorate, pulpiti, un altare e file di panche di legno su cui sedersi…
Dopo l’interno della sinagoga vado nel suo retro per vedere il monumento alla memoria: un grande salice piangente in metallo. Su ciascuna delle sue foglie è inciso il nome di un ebreo morto. Accanto a questo c’è un altro monumento costituito da una stele in vetro colorato molto bella con attorno delle lapidi con incisi altri nomi. Successivamente sono andato a vedere il museo adiacente stracolmo di oggetti sacri dell’ottocento in cima alla maggior parte dei quali svettava l’aquila a due teste austriaca. Ho anche fatto un giro nel piccolo museo dell’olocausto pieno di foto dell’esercito tedesco, di ebrei deportati e con qualche oggetto dell’epoca come ad esempio il classico “pigiama a strisce” dei prigionieri dei lager…
Finito con la sinagoga mi dirigo verso la basilica di Santo Stefano poco distante: essendo presto la chiesa è quasi tutta visitabile, le restrizioni al passaggio dei turisti per consentire ai fedeli di pregare sono poche. Riesco anche a vedere, ma ahimè non a fotografare, la mano destra mummificata di Santo Stefano custodita dentro una teca nella chiesa.
Fatta anche la chiesa, della serie “Il maratoneta del turismo” me ne vado lesto lesto verso il parlamento e mi faccio una sana ora di fila sotto una fastidiosa pioggerellina e senza ombrello per riuscire a visitarlo: ma almeno la visita è gratuita!!

venerdì, settembre 08, 2006

…Alla fine ho deciso di fare un post in più. Allora, dopo essermi ripreso esco dall’albergo: ho ancora una parte di pomeriggio da sfruttare. Mi dirigo verso la Szent Itsvan Basilika: in pratica una basilica di San Pietro in miniatura con un bel sagrato ai cui margini ci sono delle panchine: è stupendo sedersi su quelle panchine ai bordi della chiesa, specialmente di sera, è una bellissima sensazione stare seduto lì: ti fa’ sentire in pace col mondo… Arrivato alla basilica entro, ma all’interno, visto che sono le 17 passate e si avvicina la messa, i turisti sono relegati poco oltre la porta di ingresso e per di più non si possono usare i flash dentro e senza le foto mi vengono male (nonostante i passi avanti della tecnologia nel campo delle fotocamere, il difetto più grosso, utente finale, non è ancora stato eliminato) così resto pochi minuti: tornerò il giorno dopo. Proseguo verso la stazione ferroviaria principale: uno splendido edificio in stile liberty e proseguo verso la piazza degli eroi: immaginate questa enorme piazza grande il triplo o più di Piazza Maggiore sul cui fondo c’è una grande colonna con in cima una statua di Nike credo e hai piedi le statue di tutti i grandi patrioti ungheresi Santo Stefano in testa. La piazza degli eroi è però molto pericolosa: ha un pavimento liscissimo e i ragazzi la usano per allenarsi con lo skateboard: più di una volta ho rischiato di essere investito! A questo punto ho proseguito per il parco che si trova dietro la piazza: veramente magnifico!! Quel parco e l’altro sull’isola Margherita che ho visto il giorno dopo sono in assoluto le cose più belle di Budapest. Una cosa immensa in cui si alternavano prati sterminati a bischetti e in mezzo un labirinto di strade per girare a piedi, in bici o in rishò. Dentro al parco c’è il museo dell’agricoltura e una piccola chiesa in cui due giorni dopo ho visto svolgersi un matrimonio. Esco da quel bellissimo parco che si sta facendo buio e tono all’albergo percorrendo Andrassy utca (utca = via). Di ciò che ho fatto nel resto della serata però non ho alcun ricordo…

Oggi magari salto la cronaca delle mie vacanze per tornare un attimo al presente (oppure faccio più post: dipende dalla voglia che ho…): domani si sposa Intelligenza. Vediamo se riesco a descrivere come mi sento.
Non è facile, non lo è mai riuscire a tradurre in parole le sensazioni che a volte sono così cariche da non poter essere imprigionate in una semplice frase, ma da essa traboccano per spandersi fino al bordo del foglio e poi ancora oltre esso permeano l’aria circostante e rientrano nella testa da cui sono uscite nel vano tentativo di liberare la mente da una pressione eccessiva… e tutto poi si ripete ciclicamente…
Ad ogni modo provate ad immaginare… Immaginate di essere contenti perché una persona che stimate molto, che ritenete molto intelligente (molto più di voi), che ritenete anche carina nelle sue imperfezioni quali i fianchi larghi, il naso non propriamente alla francese e le mani troppo piccole ed affusolate perfino per una donna, che ritenete corretta, disponibile, simpatica, discreta, comprensiva, per cui nutrite un profondo affetto domani si sposa.
Ha perso il padre pochi mesi fa e durante tutto il periodo della malattia ha sempre mostrato una forza interiore grande come un lottatore di sumo e una fede, forse piccola come un granello di sabbia, ma comunque grande hai vostri occhi, occhi che nelle stesse circostanze hanno preferito guardare da un'altra parte per non vedere la sofferenza, che hanno preferito far finta di niente e pensare ad altro e scappare per evitare di impazzire, che hanno rinnegato il solo poter concepire l’idea di fede.
E’ stata abbandonata dal suo precedente ragazzo perché al momento di andare convivere se l’è fatta sotto e ha cominciato a dubitare di ciò che provava: certo, è una cosa legittima, ma quale errore madornale ha commesso costui “buttando via” una persona del genere e, ne sono convinto, se lo ripete anche lui in certi giorni.
E’ una gran lavoratrice anche se molto probabilmente, per ciò che avete intuito voi, è sotto pagata e sfruttata, ma lavora, e duramente, per un sogno e questo scatena in voi, che troppi giorni siete incapaci di fare la minima cosa al lavoro, che, sempre più spesso, avete l’impressione che le vostre ambizioni siano diventate cenere, che vi sentite senza alcuna via d’uscita e, a volte diciamo pure, inutili, una sconfinata ammirazione.
Ha trovato un ragazzo, che, diciamolo, è brutto forte, ma che, chiunque lo conosca lo può confermare, ha un cuore grande come la cupola di San Pietro: a volte, quando ci si mette, sa essere davvero insopportabile, ma è buono, disponibile e affidabile e certamente sarà un ottimo marito.
Per una persona del genere e per il compagno che si è scelta non potete essere che felici che si sposino e augurargli ogni bene, ma, al contempo… al contempo è un casino: un casino perché il vostro affetto per lei neanche voi sapete come classificarlo perché, vuoi per la crisi di astinenza cronica di affetto, vuoi per chissà cos’altro tende ad essere morboso, troppo morboso: forse, anzi quasi certamente, è semplice invidia, ma iniziate a non sopportare l’idea che lei stia con un altro, non sopportate l’idea di vederli insieme, non sopportate l’idea che si sposino e alla fine l’unica cosa che riuscite a fare per non impazzire del tutto è sparire, trovare altro da fare, tentare di dimenticare anche a costo di condurre una vita solitaria, estremamente solitaria: andare in vacanza da soli appunto, uscire sempre da soli, andare al cinema, a bere, a mangiare da soli ed inghiottendo ogni volta gli sguardi pesanti e i commenti di compassione che certe volte per disgrazia vi capita di sentire: ma dopo tutto è il minore di due mali quindi così sia. La cosa peggiore è che la cosa si ripeterà ancora al prossimo matrimonio e chissà fino a quando: non so a chi rivolgermi per evitarmi tutto questo…
Ma, ad ogni modo, gli altri non sono responsabili dei miei mali, o almeno non volontariamente, quindi non mi resta che riuscire a distrarmi il più possibile per alleviare almeno in parte le mie sofferenze.
Tanti auguri N. e R., tanti auguri, vi auguro ogni bene, siate felici, sono certo che il vostro matrimonio sarà bellissimo anche se spero non mi giunga nemmeno una parola a riguardo per lo meno per riuscire a soffrire un po’ di meno…

Bene, ora che abbiamo terminato la fiera dell’autocommiserazione, stand up and go!!

giovedì, settembre 07, 2006

Arriva la mattina di mercoledì 23, mi alzo, colazione e di nuovo un giro sulla riva del lago, ma questa volta molto più lungo per potermi godere la riva erbosa di fronte all’acqua anche se la giornata non è delle migliori. Dopo un’intera mattinata a percorrere la riva mi fermo a pranzare in un ristorante ungherese (forse l’unico nei dintorni) e mi gusto una deliziosa carpa su un letto di patatine fritte. Alla fine del pranzo il tipo, che parla solo qualche parola di italiano, ma non una di inglese, mi vorrebbe offrire il caffè, ma non ho avuto il coraggio di provarlo (e comunque il caffè non mi piace). Il resto della giornata si ripete uguale al giorno precedente: giro per le vie piene di bancarelle e negozi con breve deviazione verso il centro dove non c’è assolutamente nulla: tutto quanto è sulla costa. Degna di nota è solo una chiesetta luterana defilata opera del più famoso architetto ungherese e che ho trovato estremamente brutta dal di fuori (sul dentro non posso dire nulla perché era chiusa). Nelle intenzioni dell’autore la facciata in legno deve rappresentare il volto di un vecchio con le rughe ed un mantello (richiamato da tre punte sul tetto) a significare il biasimo per la mondanità di Siofok… Fate un po’ voi…
Nel tardo pomeriggio mi ritiro nei miei alloggi e dopo un riposino esco per un giretto serale: sulla mia strada incontro un paio di night club, ma sono deserti vuoi perché é ancora presto (sono le 22 circa), vuoi perché li è pieno di famiglie e non credo che le mogli teutoniche permettano ai loro mariti certi svaghi in loro presenza… Non ho neanche voglia di aspettare un po’ per andare in una delle discoteche citate dalla guida utilizzando il trasporto in pullman gratuito appositamente predisposto così opto per un gelato alla gelateria “Dolce Italia”: non era il miglior gelato che abbia mai mangiato, ma ho assaggiato decisamente di peggio. Dopo un altro po’ di giretto breve di nuovo a letto. Decisamente Siofok mi ha deluso: credevo di divertirmi di più, molto di più, ma cosa vuoi farci, non può andare sempre bene. Un po’ forse è dovuto al fatto che li dopo il 15 agosto tutto si svuota rapidamente, almeno mi è sembrato, un po’, a volte, risento della limitazione di essere solo…
Il giorno dopo, finita la colazione mi rimetto in marcia: devo tornare a Budapest per riconsegnare l’auto. Dovevo riportarla entro le 18, ma visto quanta fatica ci ho messo ad uscire dalla capitale, mi aspetto che sarà molto più difficile rientrarci per trovare una ben precisa via. Il viaggio di ritorno è piacevole e tranquillo a parte che per uscire da Siofok mi perdo come al solito e ci metto un po’ per ritrovare la strada…
Mi fermo poco prima di Budapest per fare il pieno di benzina e riparto. A dire il vero ero terrorizzato dal pensiero di perdermi benché fosse solo mezzogiorno (avevo quindi 6 ore di tempo per ritrovare il posto!); straordinariamente riesco subito ad individuare le indicazioni del ponte che dovevo prendere per arrivare e riesco pure a trovare il ponte stesso senza sbagliarmi!! Arrivo così dritto dritto nella la cui traversa mi porta all’ufficio della Europcar. Sfortunatamente dovrei girare a sinistra, ma non si può e quindi sono costretto a fare il giochetto di proseguire e girare a destra appena possibile, poi di nuovo a destra appena possibile per tornare indietro e riallinearmi alla traversa e finalmente di nuovo girare a destra per immettermi nella maledetta traversa un isolato più a destra del punto da cui era vietato immettersi. Mi infilo giù per la via e arrivo in prossimità della Deak Ter (ter = piazza) e vedo le indicazioni per l’ufficio: wow!! Sono vicino, ma qui inizia l’odissea. Anche stavolta dovrei girare a sinistra, ma non posso quindi tiro dritto e ripeto il giochino di prima per immettermi nella traversa agognata da un'altra direzione: e fin qui tutto ok. Il problema e che però poi no riesco più a ritrovare l’ufficio della Europecar!! Ricordo che è li vicino, ma non ricordo esattamente dove e non riesco a vederlo; per di più non posso intralciare il traffico così faccio vari passaggi in macchina girando in tondo, ma senza successo. Alla fine, semi disperato, mi accorgo che un tipo sta uscendo da un parcheggio così mi ci infilo io e scendo per cercarlo a piedi. Lo trovo quasi subito: in macchina non ci riuscivo perché si trova in una via chiusa al traffico!! Che idiota! Entro nell’ufficio per dire che volevo riconsegnare l’auto in anticipo (erano circa le 13 – 13:30): nessun problema, anche se di un piccolo rimborso per le ore che non uso manco a parlarne: kazzi miei oserei dire. Ad ogni modo mi indicano il parcheggio dove riportare l’auto lì vicino, torno alla macchina e la riporto sana e salva alla Europecar: nessun rimborso, ma almeno nessun danno all’auto quindi niente spese aggiuntive… Le ultime due volte precedenti in cui ho affittato un auto è stato in Messico e in Sicilia, ero con amici ed entrambe le volte l’auto ha subito dei danni (ma non guidavo io): quindi temevo che la sfiga continuasse a perseguitarmi, ma per fortuna mi sono sbagliato. Arrivo in hotel stanco per essermi trascinato la valigia per mezza città (non avevo voglia di prendere un mezzo pubblico e non sapevo quale prendere per andare al mio hotel e non avevo voglia di fare il minimo sforzo per scoprirlo), ma orgoglioso di me: avevo domato il traffico budapestino!!

mercoledì, settembre 06, 2006

Dopo il riposino veloce veloce in stanza esco per fare una passeggiata e come al solito giro completamente a casaccio. Per prima cosa mi dirigo dritto verso il lago per una passeggiata sulla costa. Lungo il percorso mi fermo in un bel parco per fumare un sigaretta e poi proseguo facendo lo slalom tra le famiglie. Purtroppo il tempo è nuvoloso, tira un gran vento e a tratti è freddo, ma è comunque bello passeggiare su una riva erbosa con salici e altri alberi da una parte e il lago, c’è sembra un piccolo mare mosso color piombo dall’altra. Sulla riva incontro poche persone, alcuni pescatori e qualche mamma teutonica con bimbo in passeggino. Non mi pareva vero: ero sul lago Balaton, il mare d’Ungheria! So che può risultare una cretinata, ma per me era una cosa importante trovarmi nel cuore dell’Impero e vedere i suoi paesaggi…
Ad ogni modo, visto che il tempo non prometteva nulla di buono mi defilo e vado a fare un giro più verso l’interno: il tripudio del turistico: lunghe vie piene di bancarelle e negozi (si sembrava di essere tornato a Playa del Carmen). Di bar e ristoranti ce n’era una marea, ma praticamente tutti proponevano cibo che potesse piacere ai tedeschi loro clienti principali: e allora via nuovamente di wurstel, stinco di maiale, hamburger in puro stile yankee (e che palle, pure lì…) e quant’altro si possa immaginare. Tra gli altri ho notato anche un ristorante che proponeva “cucina italiana”: le virgolette sono d’obbligo in quanto i piatti pubblicizzati erano dei fantomatici “spaghetti alla milanese” e “penne alla bolognese”: ma voi li avete mai sentiti? E il risotto? Ma soprattutto i tortellini?? Ad ogni modo queste “prelibatezze” erano raffigurate in vetrina tipo le gigantografie degli hamburger al Mc Donald: preticamente un mare di salsa di pomodoro in cui navicavano penne o spaghetti sormontati da una valanga di fomaggio (Parmigiano? Grana? Altro??) a scaglie; che dire da leccarsi i baffi vero?? Giro in questo omaggio al consumismo turistico per tutto il pomeriggio: è l’unica zona di Siofok in cui c’è un po’ di vita. Vado anche a visitare il museo dedicato a Imre Kalman, un compositore di operette e più famoso figlio della cittadina: niente di particolarmente interessante però…
Nel tardo pomeriggio mi ritiro nei miei alloggi con l’idea di alzarmi la sera tardi per andare in discoteca, ma alla fine desisto e rimango a dormire: i pisolini cominciati a sera per me sono deleteri: poi non ho più voglia di alzarmi…

martedì, settembre 05, 2006

La mattina dopo, martedì 22, mi sveglio verso le 7:30 e riparto con destinazione lago Balaton. Lungo la strada effettuo una deviazione per Tac: un minuscolo paesello citato nella guida per la presenza di rovine romane molto ben conservate. Riesco ad arrivarci senza nessuna difficoltà (per una volta!) ed immaginate il mio stupore nell’incrociare sulla strada carri tirati da vecchi ronzini che trasportavano fieno, paglia ed altro: mi è sembrato come tornare indietro nel tempo!! Arrivo in prossimità delle rovine, una zona in piena campagna poco distante dal paesello, che mi ricordava volto le campagne della casa dove ho vissuto da bambino. La guida segnalava che le rovine aprivano alle 9:00, ma sorpresa! Aprivano alle 10:00. Allora ho usato il tempo in più per una rilassante passeggiatina tra il verde… Finalmente le rovine aprono; oltre a me ci sono pochi altri turisti, per la maggior parte tedeschi. La passeggiata mi ha ricordato un po’ il viaggio in Sicilia nel 2004 in cui andai pure li a vedere delle rovine, ma quelle erano greche: della città antica rimanevano solo le fondamenta dei palazzi e qualche colonna qua e la, per la maggior parte ricostruite. La parte senz’altro più bella è stata senz’altro la visita ad un piccolo locale chiuso dove erano conservati i resti degli intonaci dei muri: davvero molto belli e colorati di un rosso che ancora traspariva del vigore di 2000 anni fa’… Durante il giro ho assistito anche alle prove nel teatro romano di una rappresentazione (di cui non ho ovviamente capito nulla). Dopo la visita, che mi ha occupato la mattinata, riparto verso il Balaton. Ovviamente, nel tentativo di arrivare alla strada principale, mi perdo e per sbaglio imbocco l’autostrada anche se fortunatamente nella direzione giusta. In Ungheria non ci sono i caselli come da noi, andare nelle auto strade si comprano dei talloncini adesivi che si incollano sul parabrezza, poi, credo, ci sono delle telecamere che controllano le uscite. Dopo avere detto alcune bestemmie in alcune lingue, tra cui credo anche l’ungherese, mi fermo in una piazzola di sosta e attacco il mio bravo talloncino che fortunatamente era compreso nel noleggio della vettura e riparto. Esco appena posso e riprendo la strada. Poco dopo arrivo alla meta: Siofok! La giro un po’ e mi accorgo subito di quanto sia turistica: in effetti lo avevo letto sulla guida, ma non immaginavo così tanto!! Ovunque cartelli in tedesco che pubblicizzano appartamenti per l’estate…
Il giro mi demoralizza subito e penso che non troverò mai un posto libero in un hotel e così decido di spostarmi nella vicina Balatonvilagos in cui, secondo la guida, è più facile trovare alloggio. Ad un tratto però vedo le indicazioni di un 3 stelle e decido di fare un tentativo: arrivo in questo hotel proprio sulla riva e sorpresa: hanno stanze libere. Pago 33 euro a notte e nell’hotel c’è la piscina con l’idromassaggio, la sauna, la palestra e la spiaggia privata: non male. La stanza è abbastanza pulita, ma alcuni dei prodotti nel minibar sono scaduti. Mi stendo un po’ a riposare…

lunedì, settembre 04, 2006

Le strade statali ungheresi sono piacevoli da percorrere: si vede solo campagna a perdita d’occhio a sinistra e destra e ogni tanto qualche piccolo paesino. In cielo si alternano nuvole e sole e ai bordi delle strade si vede ogni qualche chilometro una prostituta… Arrivo alla mia meta verso mezzogiorno e subito comincia la ricerca di un hotel. Prima riesco ad individuare la via dove si trova una sistemazione di cui ho letto sulla guida e che mi interessava, salvo scoprire poi con amarezza che l’albergo in questione è stato raso al suolo per farci un centro commerciale: che nervi, avrei bruciato la guida. Allora comincio a girare a caso fiche non vedo l’indicazione di un tre stelle. Riesco ad arrivarci: hanno delle stanze libere e così decido di fermarmi senza vedere prima come è dentro: la recepciò mi ha fatto suna buona impressione così vado sulla fiducia. La mia fiducia è premiata: la stanza è piccola, ma molto pulita, con un televisore che prende anche la Rai e il pavimento in parquet. Perfetto direi! Mi stendo un attimo a riposare e gongolarmi con me stesso per l’essere riuscito ad cavarmela a Budapest ed avere trovato un albergo tutto da solo in una città sconosciuta. Subito dopo, sono circa le 14, me ve vado a fare un giro. Armato di una cartina presa in albergo mi dirigo verso il centro storico di epoca asburgica. Mi fermo in un bar all’aperto e prendo un gelato (non avevo ancora pranzato) e poi di nuovo a passeggiare. La cittadina in se oltre al centro storico non aveva molto da offrire, ma era molto calma e tranquilla, l’ideale dopo la grande e rumorosa Budapest. Ho cominciato a girellare a caso infilandomi nelle sui vie ventose e poi ancora più in là verso un parco molto carino con lago annesso. Al centro del parco vi era una fontana contornata colonne in muratura dai cui altoparlanti ad ogni ora usciva la musica di un carillon ed il numero di rintocchi corrispondente all’orario. Attorno alla fontana era costantemente pieno di gente che riempiva bottiglie e taniche delle più varie forme. Preso dalla curiosità per tanto interesse per quell’acqua aspetto che la folla diminuisca un po’ e mi avvicino per bere: sorpresa! L’acqua era effervescente naturale come la Ferrarelle o analoga: era la prima volta che bevevo acqua effervescente naturale da una fontana pubblica. Verso sera mi dirigo nuovamente verso il centro per andare a mangiare in un ristorante segnalato dalla mia guida nella speranza che esistesse ancora: sono stato fortunato: esiste ancora! Tutto contento entro, ma non vedo l’anima di un cliente né dentro né nei tavoli fuori. Forse è tardi o forse si mangia così male che nessuno ci va’! Decido di rischiare e mi faccio vedere da un cameriere che mi fa sedere in un tavolo all’aperto. L’atmosfera del tramonto è bellissima, piena di calma e dolcezza e non mi fa’ minimamente pesare l’essere il solo avventore. Con mio grande compiacimento hanno anche un menù in italiano: ordino un insalata con aceto balsamico e dello spezzatino di carne (cioè gulash). L’insalata è una cosa giusta, ma lo spezzatino è fantastico, ma ahimè talmente tanto che non riesco a finirlo. Alla fine compreso l’acqua che ho preso e la mancia spendo la cifra di 11 euro per una cena buonissima e decisamente sovradimensionata rispetto al mio stomaco! Per smaltire faccio una passeggiatina, mi fumo una sigaretta e mi infilo in un bar a bere una birra per poi tornare a dormire presto, prima delle 22: non sembravano esserci molti divertimenti notturni così ho rinunciato a cercarli.

venerdì, settembre 01, 2006

Secondo giorno: è lunedì. Oggi devo andare a ritirare l’auto che ho noleggiato. Dovete sapere che io sono un pessimo automobilista: mi perdo sempre e nel traffico vado subito in panico! Se ho deciso di affittare un’auto è stato principalmente per affrontare questo mio problema in un città non troppo trafficata come appunto Budapest (stando a ciò che diceva la mia guida). Mi alzo presto, non faccio neanche colazione: devo essere sul posto per le 9:00, mi devo portare dietro la valigia e non ho voglia di prendere mezzi pubblici. Arrivo alla piazza, ma non vedo l’ufficio della Europecar e giro un buon quarto d’ora a vuoto prima di individuarlo defilato in un’isola pedonale rispetto alla strada principale in cui ero. Entro, mi prendono l’impronta della carta di credito, mi fanno firmare un po’ di scartoffie e mi danno l’auto. Durante il disbrigo delle pratiche mi ha molto irritato il fatto che in Italia mi avessero detto (e che fosse pure scritto nella documentazione che mi avevano dato) che la franchigia per danni all’auto fosse 200 euro, mentre in sede la franchigia è magicamente salita a 300 euro; mi è già capitato un’altra volta questo inconveniente, quando andai con 2 amici in Messico per la laurea: allora la franchigia passò da 500 a 1000 euro, la macchina subì dei danni e ce li fecero pagare tutti e mille salvo poi avere un rimborso di 500 perché l’aumento della franchigia non era chiaramente indicato nel contratto che firmammo in Messico. Ad ogni modo, visto che la franchigia non era ad ogni modo esorbitante non mi misi a discutere… L’auto era una Suzuki Swif: un vero catorcio finito! Era a benzina e non andava neanche a spingerla e per ci più era scomodissima! Almeno era nuova nuova, con un impianto radio decente e un’aria condizionata che la ricordo ancora per quanto era potente (e per come penalizzava le già misere prestazioni del motore…).
Ed ora il delirio! Gettarsi nel traffico di Budapest è stato una botta non indifferente sul momento: non conoscevo l’auto che per di più era a benzina, mentre io sono abituato al mio bel 307 HDI, e quindi dovevo stare attento a non farla spegnere; gli ungheresi hanno poi una guida aggressiva (o meglio sono io che a guidare sono esasperatamente lento), specialmente i tassisti. A Budapest c’è l’usanza di utilizzare le corsie preferenziali degli autobus come corsie di sorpasso: mi vedevo sfrecciare auto a destra a sinistra per sorpassarmi: decisamente non era una bella sensazione. In Ungheria ci sono semafori tipo formula 1 ossia dopo la nota sequenza verde, giallo, rosso si prosegue con giallo e poi verde: in pratica dopo un po’ che è acceso il rosso parte anche il giallo che significa che puoi cominciare a muoverti lentamente per poi partire veramente al verde. Ad ogni giallo dopo il rosso erano fior di sgassate e vere e proprie partenze repentine alla faccia del verde che ancora non era arrivato. La precedenza ai pedoni sulle strisce è puramente teorica: gli automobilisti cercano in ogni modo di dissuaderli dall’attraversare con sgassate o accelerando e se proprio il pedone vuole passare l’automobilista inchioda all’ultimo (a volte bestemmiando al povero pedone). I poveri cristi di automobilisti che danno la precedenza hai pedoni sono strombazzati e infamati e a volte capita che lo stesso accada a chi al semaforo non parte subito all’arancione dopo il rosso. In questo bel quadretto aggiungete che nonostante mappe e cartine varie io ho il senso dell’orientamento in auto di un bradipo morto e il gioco è fatto: ci ho messo ben 2 ore per uscire da Budapest: volevo prendere una ben precisa via: la strada statale 7 verso il lago Balaton, ma sistematicamente vedevo troppo tardi le indicazioni per arrivarci e ho dovuto fare 10 mila giri per ritrovare le suddette indicazioni andando molto spesso a puro caso per le vie!!
Alla fine, con l’aiuto di Santo Stefano, ci riesco: e vai!! Mi fermo in una stazione di servizio poco oltre per prendere dell’acqua e del bagnoschiuma e poi via in direzione Szekesfehervar (con alcuni accenti nel nome da qualche parte). La strada è tranquilla e ben percorribile con la compagnia della musica di radio Juventus…