martedì, novembre 07, 2006

Ed eccolo qui finalmente il momento che volevo giungere a descrivere, intensissimo anche a se’ stante, ma necessario di una, lo so’ misera, descrizione di ciò che è avvenuto prima.
Fuori il tempo è sempre più grigio, la nebbia umida sale sempre di più, i contorni dei monti attorno risultano sempre più sfumati: il verde dei pini, abeti e cipressi si sfuma nel bianco della nebbia in lontananza… Più vicino distese erbose che seguono il sinuoso profilo della terra, zuppe di acqua che riposa sui fili d’erba disturbata solo da me che vi passeggio sopra. Il fuoco del camino esterno usato per cuocere la carne si sta spegnendo e ormai rimane solo un malinconico baffo di fumo grigino che si dipana da un ultimo brandello di legno bruciacchiato sotto la cenere. A destra poco più in su una specie di gazebo fatto con stecche leggere e pezzi di legno. Il tetto di paglia è tenuto ancorato alla struttura da cordoni in plastica ormai ingialliti dal tempo a cui sono legati dei mattoni: sì, quei mattoni in bilico che, Dio solo sa’ perché mi hanno così colpito: mattoni rossi come tutti i mattoni, ma ricoperti da muschio, funghi e sporcizia che li fa’ sembrare verdi, bianchi, grigi, neri. Sono lì, in bilico nel nulla, sospesi, inerti. Quei mattoni stanno lì come un gruppo affiatato in cui però ciascuno conserva la sua individualità e orgogliosamente rimarca il suo essere diverso dagli altri. Sono lì quei mattoni, sospesi come persone sospese nella vita che non si chiedono niente, stanno semplicemente sospesi e sembrano felici di questo sembra che nulla li turbi, fanno ciò per cui sono lì, tenere fermo il tetto di paglia, niente di più e niente di meno. Chissà se loro sanno perché sono lì oppure svolgono il loro lavoro senza neppure saperlo. Quei mattoni sono lì, come noi, come voi: loro hanno uno scopo, forse lo avete anche voi, ma io no, non servo a tenere fermo il tetto di paglia, non voglio servire a questo, non voglio neanche servire a costruire una casa, voglio solo tornare a casa, alla natura da cui sono nato, ma non come mattone, come puro materiale da cui si ricavano i mattoni per poter non più essere null’altro che l’universo che gira…