martedì, settembre 19, 2006

Miiii …Non ci posso credere!!!!! 1

Allora, ieri come sapete è stato il “job interview day” per usare un’espressione inglese che fa’ sempre figo: due colloqui di lavoro in un pomeriggio.
Arrivo al primo colloquio, quello con la multinazionale, con una quindicina di minuti di anticipo: riceve il francese con cui parlai la volta scorsa. Mi portò in una stanza diversa da quella dell’ultima volta: una sala riunioni assediata da una marea di elettrodomestici. Più che ad un colloquio di lavoro mi sembrava di essere in una cucina di un ristorante… Ci sediamo e comincia l’intervista in cui io rispondo sbigottito: cioè, siamo a settembre, io e lui ci siamo visti la prima volta a luglio ed ora mi fa un secondo colloquio dove mi chiede le stesse identiche cose della volta precedente!!!!! Vi giuro, le stesse: nome, cognome, età, studi, esperienze e via discorrendo… Rimango interdetto e rispondo alle sue domande e tra me penso: “magari si è scordato la mia faccia, lo capisco, crede che sia uno nuovo da valutare, non si ricorda del primo colloquio”… ma non ho il coraggio di dirglielo anche perché sono troppo impegnato a tentare di stare dietro al suo inglese parlato a raffica. Ad un certo punto arriva il momento delle domande tecniche e, indovina un po’, mi fa’ la stessa domanda che mi fece la prima volta che ci vedemmo, alchè io prendo la palla al balzo e gli dico: “guarda che questa domanda me l’hai già fatta due mesi fa’, la prima volta che ci vedemmo” nella speranza che rinsavisse, ma lui, Dio m’è testimone, fa’ una smorfia che non ho capito che significasse e mi chiede di svolgere l’esercizio (cretino). Disegno un paio di curve alla lavagna e lo guardo come a dire “Ma sei stupido o cosa??”. Lui replica e dice: “Che altro esercizio posso farti fare, ah, si, questo, che è una cosa importante”. Non mi perdo nella descrizione dell’esercizio perché vi annoierei, vi basti pensare che era talmente idiota che bastavano le conoscenze di fisica di un liceale per svolgerlo: un vero insulto alla mia laurea sudata e meritata (non dico al dottorato, che è ampiamente immeritato). Dopo la fiera dell’idiozia in cui ho definitivamente concluso che il mio interlocutore ha il cervello completamente bruciato da un forno a microonde, arriva la parte del perché e percome voglio cambiare lavoro…