Le strade statali ungheresi sono piacevoli da percorrere: si vede solo campagna a perdita d’occhio a sinistra e destra e ogni tanto qualche piccolo paesino. In cielo si alternano nuvole e sole e ai bordi delle strade si vede ogni qualche chilometro una prostituta… Arrivo alla mia meta verso mezzogiorno e subito comincia la ricerca di un hotel. Prima riesco ad individuare la via dove si trova una sistemazione di cui ho letto sulla guida e che mi interessava, salvo scoprire poi con amarezza che l’albergo in questione è stato raso al suolo per farci un centro commerciale: che nervi, avrei bruciato la guida. Allora comincio a girare a caso fiche non vedo l’indicazione di un tre stelle. Riesco ad arrivarci: hanno delle stanze libere e così decido di fermarmi senza vedere prima come è dentro: la recepciò mi ha fatto suna buona impressione così vado sulla fiducia. La mia fiducia è premiata: la stanza è piccola, ma molto pulita, con un televisore che prende anche la Rai e il pavimento in parquet. Perfetto direi! Mi stendo un attimo a riposare e gongolarmi con me stesso per l’essere riuscito ad cavarmela a Budapest ed avere trovato un albergo tutto da solo in una città sconosciuta. Subito dopo, sono circa le 14, me ve vado a fare un giro. Armato di una cartina presa in albergo mi dirigo verso il centro storico di epoca asburgica. Mi fermo in un bar all’aperto e prendo un gelato (non avevo ancora pranzato) e poi di nuovo a passeggiare. La cittadina in se oltre al centro storico non aveva molto da offrire, ma era molto calma e tranquilla, l’ideale dopo la grande e rumorosa Budapest. Ho cominciato a girellare a caso infilandomi nelle sui vie ventose e poi ancora più in là verso un parco molto carino con lago annesso. Al centro del parco vi era una fontana contornata colonne in muratura dai cui altoparlanti ad ogni ora usciva la musica di un carillon ed il numero di rintocchi corrispondente all’orario. Attorno alla fontana era costantemente pieno di gente che riempiva bottiglie e taniche delle più varie forme. Preso dalla curiosità per tanto interesse per quell’acqua aspetto che la folla diminuisca un po’ e mi avvicino per bere: sorpresa! L’acqua era effervescente naturale come la Ferrarelle o analoga: era la prima volta che bevevo acqua effervescente naturale da una fontana pubblica. Verso sera mi dirigo nuovamente verso il centro per andare a mangiare in un ristorante segnalato dalla mia guida nella speranza che esistesse ancora: sono stato fortunato: esiste ancora! Tutto contento entro, ma non vedo l’anima di un cliente né dentro né nei tavoli fuori. Forse è tardi o forse si mangia così male che nessuno ci va’! Decido di rischiare e mi faccio vedere da un cameriere che mi fa sedere in un tavolo all’aperto. L’atmosfera del tramonto è bellissima, piena di calma e dolcezza e non mi fa’ minimamente pesare l’essere il solo avventore. Con mio grande compiacimento hanno anche un menù in italiano: ordino un insalata con aceto balsamico e dello spezzatino di carne (cioè gulash). L’insalata è una cosa giusta, ma lo spezzatino è fantastico, ma ahimè talmente tanto che non riesco a finirlo. Alla fine compreso l’acqua che ho preso e la mancia spendo la cifra di 11 euro per una cena buonissima e decisamente sovradimensionata rispetto al mio stomaco! Per smaltire faccio una passeggiatina, mi fumo una sigaretta e mi infilo in un bar a bere una birra per poi tornare a dormire presto, prima delle 22: non sembravano esserci molti divertimenti notturni così ho rinunciato a cercarli.
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