lunedì, settembre 11, 2006

Il giorno successivo, venerdì 25, di buon mattino riparto all’assalto di Budapest. La prima tappa è di nuovo la sinagoga. Per entrare si paga un biglietto di 1000 fiorini (circa 4 euro), ma tirando fuori il mio tesserino da studente universitario che ancora conservo ho avuto uno sconto di 300 fiorini (che bastardo eh?). All’ingresso un tipo vestito alla maniera classica degli ebrei che si vedono nei film che parlano di nazismo mi da’ lo zucchetto nero (o come si chiama) da mettere in testa per poter entrare: curioso, noi per entrare in una chiese ci dobbiamo togliere il cappello, loro per entrare in una sinagoga se lo devono mettere… è buffo, non trovate? L’interno è, crocefisso a parte, identico a quello di una chiesa: grandi volte, immense vetrate colorate, pulpiti, un altare e file di panche di legno su cui sedersi…
Dopo l’interno della sinagoga vado nel suo retro per vedere il monumento alla memoria: un grande salice piangente in metallo. Su ciascuna delle sue foglie è inciso il nome di un ebreo morto. Accanto a questo c’è un altro monumento costituito da una stele in vetro colorato molto bella con attorno delle lapidi con incisi altri nomi. Successivamente sono andato a vedere il museo adiacente stracolmo di oggetti sacri dell’ottocento in cima alla maggior parte dei quali svettava l’aquila a due teste austriaca. Ho anche fatto un giro nel piccolo museo dell’olocausto pieno di foto dell’esercito tedesco, di ebrei deportati e con qualche oggetto dell’epoca come ad esempio il classico “pigiama a strisce” dei prigionieri dei lager…
Finito con la sinagoga mi dirigo verso la basilica di Santo Stefano poco distante: essendo presto la chiesa è quasi tutta visitabile, le restrizioni al passaggio dei turisti per consentire ai fedeli di pregare sono poche. Riesco anche a vedere, ma ahimè non a fotografare, la mano destra mummificata di Santo Stefano custodita dentro una teca nella chiesa.
Fatta anche la chiesa, della serie “Il maratoneta del turismo” me ne vado lesto lesto verso il parlamento e mi faccio una sana ora di fila sotto una fastidiosa pioggerellina e senza ombrello per riuscire a visitarlo: ma almeno la visita è gratuita!!