Dopo il riposino veloce veloce in stanza esco per fare una passeggiata e come al solito giro completamente a casaccio. Per prima cosa mi dirigo dritto verso il lago per una passeggiata sulla costa. Lungo il percorso mi fermo in un bel parco per fumare un sigaretta e poi proseguo facendo lo slalom tra le famiglie. Purtroppo il tempo è nuvoloso, tira un gran vento e a tratti è freddo, ma è comunque bello passeggiare su una riva erbosa con salici e altri alberi da una parte e il lago, c’è sembra un piccolo mare mosso color piombo dall’altra. Sulla riva incontro poche persone, alcuni pescatori e qualche mamma teutonica con bimbo in passeggino. Non mi pareva vero: ero sul lago Balaton, il mare d’Ungheria! So che può risultare una cretinata, ma per me era una cosa importante trovarmi nel cuore dell’Impero e vedere i suoi paesaggi…
Ad ogni modo, visto che il tempo non prometteva nulla di buono mi defilo e vado a fare un giro più verso l’interno: il tripudio del turistico: lunghe vie piene di bancarelle e negozi (si sembrava di essere tornato a Playa del Carmen). Di bar e ristoranti ce n’era una marea, ma praticamente tutti proponevano cibo che potesse piacere ai tedeschi loro clienti principali: e allora via nuovamente di wurstel, stinco di maiale, hamburger in puro stile yankee (e che palle, pure lì…) e quant’altro si possa immaginare. Tra gli altri ho notato anche un ristorante che proponeva “cucina italiana”: le virgolette sono d’obbligo in quanto i piatti pubblicizzati erano dei fantomatici “spaghetti alla milanese” e “penne alla bolognese”: ma voi li avete mai sentiti? E il risotto? Ma soprattutto i tortellini?? Ad ogni modo queste “prelibatezze” erano raffigurate in vetrina tipo le gigantografie degli hamburger al Mc Donald: preticamente un mare di salsa di pomodoro in cui navicavano penne o spaghetti sormontati da una valanga di fomaggio (Parmigiano? Grana? Altro??) a scaglie; che dire da leccarsi i baffi vero?? Giro in questo omaggio al consumismo turistico per tutto il pomeriggio: è l’unica zona di Siofok in cui c’è un po’ di vita. Vado anche a visitare il museo dedicato a Imre Kalman, un compositore di operette e più famoso figlio della cittadina: niente di particolarmente interessante però…
Nel tardo pomeriggio mi ritiro nei miei alloggi con l’idea di alzarmi la sera tardi per andare in discoteca, ma alla fine desisto e rimango a dormire: i pisolini cominciati a sera per me sono deleteri: poi non ho più voglia di alzarmi…
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