Ed eccomi arrivato a sabato 26: ultimo giorno di vacanza. Devo dire che in Ungheria mi sono divertito una cifra, ma anche molto stancato e l’idea di tornare alla vita normale un po’ più sedentaria non mi dispiaceva troppo (a parte il dover tornare al lavoro…). Ad ogni modo l’ultimo giorno decido di prendermela comoda: mi alzo un po’ più tardi del solito e dopo colazione mi dirigo dritto verso il mercato coperto per comprare qualche souvenir. Dopo un ora o due tra le bancarelle, avendo soddisfatto uno degli istinti primari del turista (i souvenir appunto) me ne esco e inizio a girare a caso senza un idea fissa di dove andare. Passo davanti al museo nazionale e faccio qualche foto quindi decido di farmi un bel girellone lungo e di tornare alla piazza degli eroi, ma soprattutto al grande parco dietro di essa. Man mano che vado in la’, specialmente in via Andrassy, mi accorgo che c’è uno strano fermento nell’aria: in giro è pieno di tizi grandi e grossi che portano giubbini fluorescenti con su scritto SECURITY. Visto che quella via è piena di ambasciate penso che magari debba arrivare un qualche politico vip: mi sbagliavo di grosso, ma lo avrei scoperto solo nel pomeriggio…
Arrivo alla piazza degli eroi e mi accorgo che stanno chiudendo al traffico alcune strade adiacenti: in giro sempre più omoni della sicurezza… Entro nel parco e passo lì il resto della mattinata e il primo pomeriggio tra passeggiate e soste ai chioschi. Mentre cammino sento musica che viene da due zone distinte del parco: da una parte c’era un concerto, mentre dall’altra avevano allestito uno spettacolo di skaters. Rimango a guardare per un po’ poi mi dirigo verso casa: era come se la stanchezza accumulata nei giorni precedenti fosse esplosa tutta d’un botto. Arrivato all’uscita del parco, sulla piazza degli eroi, vedo che la zona è stata completamente chiusa al traffico e in giro inizia a farsi vedere molta polizia. All’imbocco di via Andrassy c’è già una notevole folla tra cui un sacco di belle ragazze poco vestite… :)
Visto che sono vicino entro in una fermata della linea uno della metropolitana: è da vedere in quanto una delle più vecchie d’Europa e con le fermate realizzate in stile liberty. All’uscita riprendo la strada di casa addentrandomi in una folla sempre più fitta di ragazzi festanti per non sapevo che razza di motivo: non mosse che mi sentivo estremamente stanco e dovevo riportare i souvenir in albergo mi sarei unito volentieri a quella strana festa. Andando avanti addentrarsi in mezzo alla folla casinara diventa sempre più difficile; ad un certo punto. Intanto sentivo della musica indistinta venire da più in là… proseguo e trovo un lungo serpentone di camion equipaggiati con casse stereo che emettevano Dio solo sa quanta potenza in decibel e dietro le casse una massa indistinta di giovani danzanti. Per la maggior parte questi giovani erano ragazze in bikini dai fisici decisamente apprezzabili: faccio appello alle mie ultime energie per avvicinarmi ai camion più “interessanti” e fare alcune foto alle fanciulle. Proseguo la mia marcia contro corrente in mezzo al casino più assurdo sfidando il muro compatto di gente e guardando qua e la massa incredibile di belle ragazze: il mio istinto mi suggeriva una sola cosa, ma il mio fisico non aveva le energie per mettere in pratica un qualunque tentativo di intorto… Riesco faticosamente a uscire dal girone dantesco e, subito dietro il corteo simil-rave trovo un esercito di spazzini intento a ripulire l’immane caos che la processione lascia dietro di se in termini di bottiglie vuote, cartacce e altri rifiuti…
Arrivo al mio hotel e mi stendo sul letto per fare un riposino: verso le 21:30 esco nuovamente e ripercorro la strada della mattina per la piazza degli eroi: la trovo completamente occupata da una folla indistinta assiepata su diversi palchi su cui svettavano intensi e luminosissimi dei maxi schermi: musica a volume altissimo, gente ovunque e in quantità mostruosa, rifiuti ovunque: un vero macello. Addirittura avevano montato una gru per fare il banji jumping! Ho avuto 30 secondi di follia in cui mi sono detto: lo faccio anche io! Ma poi ho pensato che non avevo nessuno a cui affidare le mie cose tipo portafoglio perciò ho desistito anche se devo dire a malincuore… Dopo circa una o due ore ne ho avuto abbastanza e me ne sono tornato in stanza facendo lo slalom tra i rifiuti, gli spazzini che tentavano di mettere un minimo di ordine a tutto quel caos e le ambulanze che andavano su e giù a recuperare relitti in stato comatoso ai bordi delle strade.
Solo il successivo lunedì al lavoro, guardando le foto su Repubblica, ho scoperto che quell’immane casino era la festa della musica elettronica che avevo beccato per puro caso: d’accordo, non ero al massimo delle mie forze, ma questa volta posso dire: “ed io c’ero” non fosse altro per ammirare tutte quelle belle signorine ungheresi presenti OVUNQUE…
Finisco la serata ancora una volta con una sigaretta di fronte alla basilica di Santo Stefano che saluto prima di rientrare.
Il giorno dopo la sveglia mi butta giù dal letto alle 5:00; lascio la stanza e davanti all’albergo, alle 5:30 come da appuntamento preso il giorno prima, arriva il servizio mini bus che mi riporta all’aeroporto; l’ultima immagine che ho dell’Ungheria sono i ponti di Budapest sul Danubio visti dall’alto: arrivederci Ungheria, arrivederci belle ungheresi, spero di rivedervi presto…
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