giovedì, ottobre 26, 2006

Già, perché avevo puntato la sveglia di domenica mattina? La luce fioca dell’autunno che filtra dalla finestra consente ai miei occhi e alla mia mente di riprendersi gradualmente dal torpore addolcendo il risveglio causato dall’odiata sveglia; di pari passo con le palpebre si riattivano le connessioni neuronali ed ecco li che riaffiora in superficie il motivo della sveglia: quella domenica c’era la mangiata della leva. Ora, non so se e quanto questa cosa sia diffusa in Italia, ma nel mio paesello c’è l’usanza che, una volta l’anno tutti quelli nati nello stesso anno si ritrovino per passare insieme qualche ora a mangiare, parlare e, possibilmente, divertirsi. Sarò sincero, a questa cosa non ho mai partecipato tranne che negli ultimi due anni quindi per me è una cosa molto recente, ma che comunque mi piace, anche solo per rivedere persone che, pur abitando nel mio stesso paese, che conta appena 5000 anime, non vedo da anni, anche più di dieci… Alla fine poi, per me almeno, diventa occasione di riflessione su come eravamo e come siamo diventati, ma anche sul senso della vita (strano eh…).
A questo punto, in pieno possesso delle mie capacità mentali, posso scendere dal letto e, vestirmi, afferrare le chiavi della macchina ed andare giù in paese. Arrivo nella piazza principale, tranquilla come solo può esserlo la piazza di un pesino di collina una domenica mattina autunnale; l’aria è fresca e il cielo è plumbeo, decisamente una giornata che non mette allegria…