lunedì, ottobre 23, 2006

Da quando ho aperto questo blog a volte mi capita di avere una infinità di sensazioni, luoghi e persone su cui soffermarmi è riflettere; mi riprometto di buttare tutto giù qui, ma inevitabilmente tutta la carica espressiva, le parole, le immagini, l’ispirazione insomma scemano in poco tempo lasciando dietro se’ solo rimasugli di pensieri che, come foglie morte tirate dal vento, rimulinano in uno spiazzo cementato e deserto in una grigia giornata di ottobre come questa, quarto anniversario della mia laurea ottenuta con duro lavoro e che mi ha solo portato delusione e rimpianto: rimpianto per ciò che non mi sono goduto per sgobbare sopra i libri nella vana speranza che ciò potesse servire ad elevarmi economicamente rispetto agli altri… ma ovviamente non è servito a nulla.
Bhè… ieri è stata una di queste giornate così lunga e particolare da meritare non un post, ma un libro intero e che so’ perfettamente non riuscirò a rendere come ci sarei riuscito ieri appoggiato alla staccionata, mentre osservavo la nebbia fondersi con le cime degli alberi, mentre l’erba mi bagnava le scarpe con una morbida carezza, il fuoco faceva gli ultimi sbuffi di fumo, i mattoni penzolavano attaccati al tetto di una capanna per renderlo in qualche modo più stabile, ma che sembravano essi stessi instabili e forse si chiedevano che senso avesse tutto questo… e intanto dalla casa uscivano voci ignoranti coscentemente o meno di tante e tante domande… Va’ bene allora proviamoci a descrivere questo giorno… proviamoci domani…