martedì, agosto 29, 2006

E’ giunto finalmente il momento di raccontare la mia vacanza nella meravigliosa terra d’Ungheria…
Il giorno della partenza ero euforico anche se un po’ intimorito: era la prima volta che viaggiavo da solo e i pensieri di tutto ciò che poteva andarmi storto mi assillavano. Verso le 14:30 salutai e partii; lasciai la macchina in stazione poi treno e aerobus. Per troppa prudenza arrivai con 3 ore di anticipo in aeroporto quindi mi misi pazientemente ad attendere. Poi check-in e imbarco: ora ero in ballo e dovevo ballare. Volo tranquillo.
Ricordo il primo impatto con l’aria di Budapest piacevolmente tiepida dopo il po’ di freddo patito in aereo in cui tra l’altro avevo anche mezzo litigato con una hostess…
In aeroporto trovo subito uno sportello di cambio per avere finalmente tra le mani i miei primi fiorini e successivamente il servizio di Airport Minibus: in sostanza si tratta di pulmini da 8 posti che al prezzo di 16 euro per andata e ritorno ti portano dall’aeroporto direttamente al tuo hotel e viceversa. Un vero e proprio servizio taxi, ma ad un costo decisamente inferiore (anche perché i taxi in aeroporto sono gestiti dalla mafia e sono carissimi secondo quanto ho letto). Durante il viaggio verso l’albergo guardavo il paesaggio da periferia industriale che mi passava davanti: grandi cartelloni pubblicitari dove dietro ogni lettera “S” compariva puntulmente una “Z”, strana peculiarità della lingua ungherese. Semafori a led che emettevano una luce intensissima, quasi dolorosa alle volte; strade non particolarmente trafficate (erano le 22 di sabato) ne intensamente illuminate. Arrivo finalmente all’hotel. Appena sceso ho un attimo di smarrimento: l’autista del minibus mi ha fatto capire che ci sono davanti, ma non vedo l’ingresso; poi ad un tratto vedo un gran ragazzone che mi fa’ dei cenni ed ecco l’albergo. Non riuscivo ad identificarlo perchè sull’insegna non compariva il nome completo ma solo le iniziali: B P che stavano per Barros Panziò ( = pensione). Per di più l’insegna non era esattamente sopra l’ingresso, ma un po’ spostata. L’ingresso poi era molto anonimo e passava quasi inosservato, sembrava quasi una casa privata più che un albergo. Tant’è, entro e salgo in ascensore: la recepciò ( = recepcion) è al quinto piano dell’albergo, il penultimo: decisamente era un albergo stranamente apparecchiato… Arrivato su, una gentile (e gnocca) signorina mi fa compilare un po’ di scartoffie e poi arrivo in camera. Il posto è pulito, senza troppe pretese, c’è la cassaforte in camera per metterci i valori e la tv satellitare: non male per un 3 stelle. Mi sento ancora più euforico: mi cambio e riparto per vedere un po’ di Budapest by night. Uscito dall’hotel giro a destra e comincio a camminare. Mi sembrava che la strada non finisse più… dopo una buona mezzora arrivo in vista del Ponte Bianco: arrivo lì e mi si presenta lo spettacolo del Danubio illuminato della luci del Ponte delle Catene che si vede più lontano sulla destra. Poi c’è il palazzo reale anch’esso tutto illuminato sullo sfondo delle colline di Buda in ombra. E’ meraviglioso! Voglio attraversare il Ponte Bianco, ma una transenna e un tizio me lo impediscono. Il tizio mi fa cenno di passare sull’altro lato. Io allora torno indietro, passo sotto al ponte e risalgo sull’altro lato e finalmente attraverso godendomi lo spettacolo dei palazzi illuminati e del rumore dell’acqua del fiume che scorre sotto di me. Al termine del ponte ecco la mia meta: la discoteca Romkert. E’ un locale all’aperto a poca distanza dalla riva del Danubio. E’ affollatissimo e ciò che mi ha colpito di più è stata la bellezza delle ragazze presenti: fisici pressochè perfetti, occhi e capelli di varie sfumature, ma sempre chiari: un vero spettacolo… Sono riuscito a farmi strada verso il bar; ho preso una birra media che ho pagato circa 1.5 euro e me la sono bevuta da una posizione rialzata da cui si poteva dominare tutta la pista da ballo. Ho un po’ girato tra la folla, un po’ fumato una sigaretta e un po’ ballato. Verso l’una o l’una e trenta sono tornato all’albergo felice e contento di essere in Ungheria: la vacanza era iniziata.