E’ un nuovo giorno, sono le 7:30 ed è giunto il momento di esplorare Budapest. Mi alzo, mi vesto e scendo giù nella hall per fare colazione. Rimango schifato dalla prima cosa che vedo: un letto di wurstel sul tavolo del buffet! In effetti l’Ungheria è un feudo delle vacanze tedesche e perciò gli alberghi si adeguano proponendo a colazione le tipiche cibarie teutoniche: e giù a wurstel, patate, formaggi e affettati per colazione… Io nutro profonda ammirazione per il popolo tedesco, ma trovo la loro dieta decisamente orrenda! Mi accaparro un po’ di pane e marmellata e mi rintano in un tavolo defilato per evitare di sentire l’odore nauseabondo dei wurstel. Dopo colazione esco subito armato di macchina fotografica. La giornata è bellissima e soleggiata, ma con un bel venticello che rinfresca…
Torno al ponte bianco e da lì mi dirigo verso il ponte delle catene desideroso di camminarci sopra. Quando arrivo: sorpresa! Il ponte è chiuso! Ho solo capito più tardi che quel giorno era il 20 agosto, festa si Santo Stefano (o Szent Itsvan come dicono loro): in quella giornata i ponti sono chiusi tutti uno dopo l’altro per preparare i fuochi di artificio che si fanno a partire dalle 21. Molto deluso faccio qualche foto al davanti e di sbieco al ponte e proseguo sul lungo Danubio: devo attraversare il fiume per andare a Buda. Dopo poco arrivo di fronte al palazzo del parlamento: un edificio in stile prevalentemente gotico (in realtà il gotico si sposa ad altri due stili che non ricordo, ma il complesso si presenta bene e sembra solo gotico). Ne faccio il giro: è tutto transennato ed attorniato dalla folla: il presidente della repubblica sta facendo un discorso. Passo dietro ad una statua equestre del conte Andrassy e tento di andare oltre, ma le transenne arrivano fino all’altro lato della strada: sono così costretto ad addentrarmi un po’ verso il centro di Pest e fare un percorso molto lungo per aggirare le transenne. Finalmente ci riesco e proseguo per arrivare al ponte successivo che spero aperto (non sono tornato indietro perché sul ponte bianco c’ero già stato, volevo attraversarne un altro). L’ungo la riva è piendo di chioschi che vendono cose da bere e mangiare. Finalmente eccolo: il ponte successivo di cui non ricordo il nome. Lo attraverso e mi fermo in mezzo ad ammirare il paesaggio bellissimo delle due sponde: da una parte il parlamento, dall’altra il palazzo reale! Respiro Dio solo sa’ quanto smog (sul ponte c’erano 3 corsi per senso di marcia e un traffico bestiale). Arrivo finalmente dall’altro lato e mi dirigo verso sinistra, dall’altro lato del ponte delle catene al di sopra del quale c’è il primo monumento che voglio vedere: il bastione dei pescatori. Arrivato al ponte mi inerpico per la scalinata reale (in realtà molto umile a dispetto del nome altisonante) abbandonando l’idea di prendere la funicolare: non valeva la pena fare un fila assurda per fare poche centinaia di metri in salita, facevo prima a farla a piedi! Arrivo su ed eccolo lì: il bastione dei pescatori… E’ una costruzione che ricorda un po’ i castelli della LEGO con pietre bianche e torrette con il tetto conico. Visto il giorno di festa l’ingresso è gratuito così lo giro tutto sgomitando con le altre 300 mila presone che c’erano: decisamente il giorno di Santo Stefano non è il migliore per visitare il bastione. Da sopra le mura si ha una bella vista di Pest, verso l’esterno, e, verso l’interno, della piazza in cui c’è una statua equestre di Santo Stefano e della chiesa di San Mattia Corvino che però apre solo alle 13 ai visitatori. Dopo aver girellato per bene, mi dirigo verso il palazzo reale, ma non essendomi ben chiara la geografia del luogo faccio un gran girare a caso: vago per piazze, per mercatini e poi finalmente ci arrivo ed entro a vedere il museo di pittura ungherese ospitato in una delle sue ali: decisamente i quadri più brutti che abbia mai visto! Per non parlare della puzza di muffa! Dispiaciuto per i soldi spesi nel biglietto, me ne vado: si era fatta l’ora di visitare la chiesa di San Mattia. Arrivo e c’è anche qui una folla inumana per entrare: decisamente dovevo venire un altro giorno. All’entrata e dentro rimango schifato dal comportamento di noi turisti in generale: una mandria di pecore che arriva scatta foto a qualunque cosa e poi se ne và: un po’ come un branco di cavallette da monumenti… Mi sono vergognato di far parte di un tale triste esercito… A questo punto ero stremato: è pomeriggio, non ho pranzato mi sento stanco così me ne torno pian piano all’hotel tra il casino…
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