E’ una cosa di cui scrivo mal volentieri, ma quando ieri ho letto che la “pillola della felicità”, meglio noto come prozac (fluoxetina per gli amici più intimi) compie 20 anni la mia mente è corsa indietro di qualche anno quando ho avuto bisogno di farne uso… per la verità non si trattava del prozac, ma di un suo discendente, lo zoloft (sertralina per gli amici): nome diverso, ma meccanismo di azione simile: si tratta di farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina… per farla breve questo misterioso neuro trasmettitore, la serotonina appunto, viene, se ho capito bene, prodotto e poi riassorbito: il livello di serotonina non riassorbita regola l’umore… se ho sbagliato chiedo scusa, non sono un addetto ai lavori… Questo tipo di farmaci, gli antidepressivi appunto, hanno un modo di funzionare decisamente particolare: per esempio non fanno effetto sin da subito, ma dopo due o tre settimane che vengono assunti… Dopo questo periodo si avverte una sensazione abbastanza difficile da descrivere: si sente subito che c’è qualcosa di artificiale, che è una sensazione pilotata dall’esterno, un po’ come se ci fosse un burattinaio che tira certi fili della mente e ne lascia altri. Si tratta di una sensazione di sollievo, di apparente serenità, lieve distacco dalla realtà che la fa percepire come meno oppressiva, meno angosciante, meno paurosa, più affrontabile, in definitiva alla tua portata… E’ innegabile che nei momenti di crisi più profonda siano un aiuto, un sostegno a cui può risultare fin troppo facile appoggiarsi… col tempo però l’effetto diventa più blando e può perciò portare ad abusarne… e c’è chi lo fa’… c’è il pericolo che questi farmaci diventino l’unico modo per stare bene, un fine, e non un mezzo per ricominciare a camminare con le proprie gambe… e ciò è tanto più grave se si pensa agli effetti collaterali che possono provocare: diminuzione o, più frequentemente, aumento di peso, abbassamento della libido (a dosaggi bassi nell’uomo ritardano l’eiaculazione e c’è chi li usa per il trattamento dell’eiaculazione precoce) e, ironia della sorte, suicidio…
Di questi farmaci si è detto tutto e il contrario di tutto… c’è chi dice che non servono a un bel niente, che la depressione è tutt’altra cosa di quella che ci viene descritta dagli psichiatri, c’è chi li osanna come una grande arma contro i nostri peggiori mostri… dal canto mio posso dirvi che di certo mi sono stati di aiuto, ma non mi piaceva prenderli e sono stato molto felice quando ho terminato la terapia con essi…
Bene, adesso alleggeriamo un po’ la giornata… pensiamo al corso di ballo di stasera con X e Y!!!! :)
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