martedì, febbraio 06, 2007

Quest’inverno è stato e si sta dimostrando anche ora insolitamente clemente, tuttavia anche quest’anno come quelli passati aspetto con impazienza l’arrivo della primavera: è la stagione che preferisco. E’ come se il risveglio della natura rigenerasse un po’ anche me come molti credo (a parte gli allergici!!); una cosa che adoro fare è sedermi fuori nella bella casa di campagna dove vivo e lasciare che i raggi del sole che picchia, ma senza ustionare, mi scorrano dentro riscaldandomi i muscoli, le ossa e i pensieri. L’ho fatto con insolito anticipo domenica scorsa: è come un elettroshock calmo e silente che attenua tutto il dolore che si è accumulato nel tempo, sbiadisce le preoccupazioni, come un anestetico che rende insensibile la mente a tutto ciò che non va’, la solleva, la alleggerisce, la spinge verso un viaggio al di sopra delle umane disperazioni: ogni attività senziente si rallenta e si rimane in una sorta di dormiveglia, di onirica sospensione in cui si è fermi e si guarda l’universo girare indisturbato mentre il tepore ti avvolge.