giovedì, febbraio 01, 2007

Credo che sia una cosa comune a molti blogger: a volte non si sa’ che scrivere, mentre altre volte, come questa, si potrebbero scrivere delle enciclopedie. Questo post lo scrivo a te come direttamente Roby, un po’ perché sento il bisogno di parlare con qualcuno, un po’ perché tu sei l’unica con cui possa farlo visto che conosci le mie vicissitudini degli ultimi mesi ed è da così tanto tempo che non vedo nessuna dei miei vecchi amici che ormai sono diventati dei semi-estranei. Ti prego di perdonarmi per questo perché so’ benissimo che tu hai tuoi problemi e parlarti dei miei non ti aiuta di certo, ma finché non riesco a fare due chiacchere con lo psichiatra (quando??) questo blog è il mio unico sfogo. Allora, cominciamo…
Ieri sera verso le 20 arriva come al solito Z alla scuola di pittura: appena entra noto che è scura in volto, il che preannuncia la tempesta che di li a poco si sarebbe scatenata… Le vado incontro sorridente per accoglierla, mi dice che aveva lasciato il cellulare nella mia auto (così mi spiego perché non si è fatta sentire per tutto il giorno) e che aveva litigato con la madre. Scendiamo nell’atrio a fumare per parlare ed inizia a raccontarmi del litigio per poi troncare quasi subito e dirmi che dovevamo parlare… E’ a questo punto che la realtà finisce e comincia quello che mi è sembrato un incubo. Avrei voluto avere lì in quel momento questa tastiera per trascrivere parola per parola il nostro dialogo o meglio la sua scenata. Non ci ha girato in torno e mi ha detto subito che si vedeva chiaramente che io non ero infatuato, non ero coinvolto, non pensavo a lei dalla mattina alla sera, l’avevo spenta con il mio comportamento, mi voleva sempre rampante, felice, che la facessi divertire, non voleva un uomo che piangesse, se piangevo voleva dire che NON soffrivo (??), era inutile far continuare questa storia, non voleva essere messa a confronto con le “altre mie puttane”… Tutte le volte che cercavo di replicare mi chiudeva la bocca ad urli e la cosa più umiliante è stata che la prima parte di questa tragedia greca si è svolta nell’altrio dove passava continuamente gente tra cui anche un che cercava di farsi cambiare degli spiccioli (ma dico, se vedi che due litigano almeno abbi il buon gusto di lasciarli in pace invece di andare a chiedere se ti possono cambiare 50 centesimi: glieli avrei volentieri fatti ingoiare in quel momento)… Solo in un secondo tempo ci siamo spostati in un cortile un po’ più appartato. La mole delle cose dette è così imponente che è difficile riuscire a fare un riassunto efficace, ma ci proverò lo stesso ad esporre le cose chiaramente.

- Mi ha accusato di non essere infatuato e questo l’ho ammesso candidamente, perché non riesco a mentire: sono stanco di cotte adolescenziali sulla soglia dei 30 anni, io voglio costruire qualcosa, ma gradualmente capire se posso veramente amare una persona, se ci posso stare insieme a lungo termine, in sostanza devo conoscerla bene e per questo mi occorre un po’ di tempo. Una settimana fa’ (nota bene, ho detto una settimana fa’) le dissi che cominciavo a sentire qualcosa dentro, che cominciavo a pensare a lei intensamente, che stavo iniziando ad innamorarmi. Lei, dopo una settimana (nota bene, ho detto dopo una settimana) mi dice che vuole una cosa coinvolgente, che non vuole che le voglia bene in questo modo, che non è un cane a cui ci si affeziona.

- Dopo avermi detto che non mi sentiva coinvolta, si è lamentata dei miei sms di buongiorno che le mandavo e che le impedivano di pensare a me intensamente… E dire che io glieli mandavo proprio per tentare di essere più coinvolto in questa storia: ho ottenuto il risultato opposto: grottesco vero? Il mio comportamento in sostanza l’aveva spenta.

- Mi voleva sempre spigliato, gioviale, che la facessi ridere, divertire, girare. Eppure lo aveva visto all’inizio di che carattere ero, io ho fatto del mio meglio per farla stare bene, abbiamo girato come dei cretini tra mostre, discoteche e ristoranti, secondo me ci siamo anche divertiti, ma evidentemente non abbastanza…

- Ha anche tirato fuori il fatto che io tendo facilmente al pianto: ma che diavolo ci posso fare!? Crocefiggetemi allora!! Io sono così, sensibile e/o piagnone, per me le lacrime sono un modo per sfogare il dolore. E poi mi viene a dire che se piango allora non soffro: non mi da’ una spiegazione di questa sua quanto meno bizzarra affermazione, me la impone come un assioma indimostrabile: a quel punto mi iniziavano veramente a saltare i nervi: il mio corpo cominciava a tremare per l’adrenalina in circolo e le mie emozioni mi stavano per esplodere in testa…

- Mi accusava di averla messa a confronto con le altre mie “puttane” ossia con le altre mie amiche/amanti passate di cui le ho parlato nei primi tempi che ci frequentavamo (per la cronaca anche tu Roby appartieni alla categoria): dovevo lasciarle nel mio passato non pensarci più… In piena contraddizione tirava continuamente fuori un suo ex con cui è stata 3 mesi e che sembra abbia lasciato un segno indelebile (un po’ come te con Mr Simpatia Roby): allora l’ho invitata a tornare da lui o da un altro che considerasse migliore invece di rimanere lì a trattarmi male, a dirmi che avevo dei problemi, a dirmi che lei è una bella ragazza a cui gli uomini fanno la corte a che lei respinge sempre: in sostanza era sull’orlo del delirio di onnipotenza!!

Ed è a questo punto che improvviso ed inaspettato è arrivato il silenzio: come uno di quei temporali estivi, improvvisi e violenti, che da un minuto all’altro terminano per lasciare di nuovo il posto al cielo sereno… e così mi racconta che oltre che aver litigato con la madre era andata dallo psicologo (… e poi sono io quello con i problemi vero?!…) che le ha detto che rischia il crollo psicologico di questo passo (chissà perché non ne dubito), e mi ha raccontato ancora di questo suo ex con cui si è lasciata ad agosto che forse, assieme al suo passato adolescenziale fatto di depressione la sta condizionando ancora adesso. Mi dice che è combattuta tra il non farmi soffrire e il non soffrire lei stessa portando avanti una storia priva di significato con me. A questo punto, come mi viene sempre spontaneo fare quando qualcuno mi parla dei suoi problemi vesto i panni dello psicologo della domenica e tento di consolarla e consigliarla secondo ciò che ritengo più sensato fare: se non se la sente di continuare la storia ok, ne ha il diritto. Certo, ci starò male, ma passerà: non è la prima volta che una donna mi abbandona, sopravviverò. Tento di convincerla a parlare di più con i suoi, a fare pace con sua madre, a confrontarsi di più con suo padre (benché dopo averlo conosciuto capisco non sia facile, ha un carattere duro e spigoloso e non ammette che a volte anche lui possa sbagliare). Noi due possiamo comunque rimanere buoni amici e uscire ancora qualche volta (cene, cinema, mostre…), possiamo ancora avere un “rapporto felice” e stare bene… Questo dialogo più pacato e intimista che ovviamente ho gradito molto di più lo abbiamo continuato poi in macchina. Alla fine mi ha proposto di uscire un'altra volta venerdì (domani) per andare a mangiare una pizza ed io ho accettato volentieri: fa’ piacere uscire con una buona amica poi chissà: come dice il Fosco la cosa può (nuovamente) approfondirsi o può restare una bella amicizia (anche se lei non sembrava interessata ad avere nuovi amici pur essendo sola ed avendo incontrato solo persone cattive al contrario di me…). Ci siamo crucciati entrambi perché passeremo l’ennesimo San Valentino da soli e ci siamo salutati… ritornando a casa mi sentivo relativamente tranquillo: l’adrenalina pompata nella prima parte della discussione e poi drenata nella seconda parte tranquilla aveva lasciato calma in me: arrivato mi sono pesato come al solito scoprendo che finalmente avevo recuperato il perso pre-natalizio così ne ho approfittato per farmi una delle mie abbuffate pseudo-bulimiche per non pensare troppo al fatto di aver perso un’altra morosa. Questa mattina ho replicato con una colazione con due cornetti alla nutella e un cappuccino: era una vita che volevo farlo!! Adesso sento in me la malinconia e il vuoto, ma sono contento di me: credo di avere poco da rimproverarmi: sento di essere stato leale, sincero e disponibile con lei e, magari, un giorno conoscerò un’altra ragazza che sarà quella giusta anche se ho poche speranze… come al solito… Intanto “ho fatto esperienza” come direbbe Simpatia…
Ora ti saluto Roby, grazie per avermi letto e scusa se sono stato lungo e noioso.