mercoledì, luglio 19, 2006

Salve, dunque oggi devo raccontare del colloquio numero 2. Al suono della campana dell'intervallo ho preso le mie povere cose e sono andato via in macchina. Mi sono fermato nella cittadina vicina a quella dove c'era il colloquio perche' ero in anticipo: ho preso un gelato e fatto una passeggiata. Ho ripreso la macchina ed arrivo sul posto: decisamente una struttura mastodontica rispetto a quella dove lavoro ora. Il tipo in guardiola mi da' un pass da visitatore e mi indica la strada da percorrere. Mi ritrovo in un atrio con il pavimento tirato a specchio e in esposizione alcuni dei prodotti della multinazionale: passava un sacco di gente, ma nessuno sembrava accorgersi di me. Dopo un paio di minuti di sbigottimento mi decido ad avventurarmi nel corridoio a sinistra sperando di leggere su una delle porte il nome della tipa con cui fare il colloquio, ma nulla; vedo una porta aperta, timidamente mi affaccio e chiedo della tipa: i due che sono li' non hanno la piu' pallida idea di chi sia (poi ho scoperto che la tipa non e' di li', ma viene, saltuariamente, da fuori). Atterrito vedo sulla sinistra una specie di sportello tipo quello delle poste o delle stazioni ferroviarie con scritto sopra "ufficio personale": mi avvicino timidamente e chiedo della tipa. Questa volta mi va' bene: la tizia che e' li' dice che la chiama subito. Dopo un minuto arriva la tipa del colloquio: sui 35 con 10, 15 anzi no forse 20 chili di troppo, ma abbastanza simpatica. Andiamo nel calssico stanzino degli interrogatori dove mi rifila il solito, trito e ritrito modulo da compilare con le solite cose (che barba, cambiare un po' no? Almeno per movimentare la cosa). Torna dopo una ventina di minuti e comincia a scorrere il mio cv senza degnare di uno sguardo il modulo che ho compilato (e allora cosa me lo hai fatto compilare a fare?!).
Comicia anche qui la solita pallosissima storia degli studi, lavori, ambizioni, attitudini, e perche' ha fatto questi studi, e perche' vuoi cambiare lavoro, e perche' questo e perche' quello (tutte domande necessarie per carita', ma a volte la risposta "sono cazzi miei" faccio proprio fatica a trattenerla)... Mi fa' parlare in dettaglio del mio lavoro e di come e' organizzata la ditta e stranamente non mi chiede nulla dei miei hobby: la classica domanda dove bisogna rispondere con sport di squaddra tipo calcio perche' cosi' vuol dire che sai lavorare in squadra (grandissima cagata a parere mio); almeno questa stronzata me l'ha risparmiata: grazie!! Poi arriva la parte interessante in cui mi parla della multinazionale del lavoro e tante belle cose... Subito mi si erano illuminati gli occhi perche' mi aveva parlato di tante belle sedi estere e di lavori che avevanio molto a che fare con quello dei sogni, ma poi sono bruscamente tornato coi piedi per terra: lavoro in quella citta' (distante circa 35 Km da dove abito io; ora ne faccio 100 tra auto, treno e autobus per andare a lavorare), lavoro analogo a quello che faccio ora (quindi non brutto, ma nenanche quello dei sogni) e lavoro duro per battere la concorrenza sul tempo (il che non mi e' piaciuto molto, cioe' almeno se mi dovete frustare spero che mi paghiate profumatamente se no ciao!!). Poi e' arrivata la notizia spiazzante: il lavoro e' in un ufficio in cui ci sono molti stranieri e quindi si parla in inglese, persino gli italiani parlano in inglese tra loro. A questo punto la tipa mi lascia nelle grinfie del mio ipotetico futuro capo, un francese, che ovviamente mi fa il colloquio in inglese (almeno potro' vedere quanto effettivamente lo so' di co tra me). Il tipo arriva, praticamente mi fa le stesse domande della tipa (parlarsi prima no eh?) e piu' o meno ci capiamo. Poi, visto che non sa il grado di preparazione degli italiani mi fa fare degli esercizi; a giudicare dalle cagate colossali che mi ha chiesto di risolvere i casi sono due: o quelli prima di me erano degli emiriti imbecilli oppure i francesi sono degli emeriti imbecilli... ai posteri l'ardua sentenza; ed io che o pure tifato Francia ai mondiali: ritiro il tifo!!
Mi chiede che strumenti so usare, le marche e poi mi ripete anche lui che il lavoro e' duro perche' bisogna battere la concorrenza, se lui non c'e' il lavoro deve andare avanti lo stesso, ognuno deve saper lavorare in gruppo, ma portare avanti da solo il suo progetto e poi la lingua inglese e' importante per comunicare in fretta, se non la sai puoi andare a fare lavori umili come spazzare per terra o imbiancare... A parte che spazzare per terra sara' umile, ma bisogna saper fare anche quello perche' se tieni male la scopa dopo 8 ore vedi le vesciche che ti vengono, poi si vede che non ha mai chiesto un preventivo ad un imbianchino!!! Oltre questi pensieri davanti ai miei occhi si e' cancellata l'immagine della frusta e al suo posto e' comparsa quello di un lungo bastone nodoso SENZA vasellina (= mi dovrete pagare veramente tanto se volete il mio culo). Poi saluti, baci e abbracci anche perche' sul finale non riuscivo a stargli piu' dietro da quanto parlava veloce.
Poco fa', su richiesta della tipa, le ho inviato il mio cv tradotto (dizionario alla mano) in inglese e fine.
Sinceramente? Spero che non mi prendano e se lo fanno gli dico che non credo che il mio inglese sia all'altezza e devo fare degli altri corsi poi magari rimando il cv (ed in effetti stamattina ho riesumato un vecchio corso di inglese a Malta di 3 o 4 settimane: magari l'anno prossimo sacrifico il pellegrinaggio nelle province austriache di Boemia e Moravia sull'altare dell'inglese e giu' a Malta a studiare...). Va' bhe' vedremo intanto tento di prostituirmi col capo per farmi mandare in India a fine anno: riuscira' il nostro eroe ad essere abbastanza supplichevole da farsi mandare in India?? Il seguito alla prossima puntata!!

P.S. Del colloquio numero 1 no ho ancora saputo nulla...