Nel fine settimana ho preferito non aggiornare il blog in segno di lutto: purtroppo non sono riuscito a salutare mio zio e, per giunta, per colpa di uno stupido equivoco, non sono nemmeno riuscito ad andare al suo funerale… Quanto prima dovrò almeno andare al cimitero a dire un preghiera per lui…
Era molto tempo che non lo andavo a trovare, ricordo con affetto come mi accoglieva quando mi vedeva: mi salutava con quel “Ciao Chicco!” che sentivo solo dalla sua bocca, come un lontano ricordo di infanzia che lui faceva in modo di mantenere vivo e che ora non sentirò più. Ogni volta mi chiedeva come stavo, come stavano mio fratello e le mie sorelle, cosa facevano le nipoti ed ogni volta le risposte che gli davo erano più o meno le stesse… Negli ultimi tempi si lamentava di fare fatica a muoversi e di non poter fare una passeggiata per godere del tepore delle belle giornate di sole; anche lui, come mio padre, ha risentito parecchio della perdita della moglie, ma, a differenza di mio padre, ha saputo, in qualche modo, andare avanti e vivere i suoi ultimi anni… Come era mio zio non ve lo so’ raccontare: ho cominciato a conoscerlo solo negli ultimi anni, quando crescendo ho avuto più coscienza della mia famiglia, una grande famiglia (mio zio ha avuto 7 figli), ma ancora in maniera troppo superficiale per poter raccontare di lui e di ciò che è stato: forse più adatto di me a descriverlo, se potesse parlare, sarebbe il mio naso; si, il mio nasone fotocopia del suo e di quello di mio padre che porta nel suo DNA un pezzo della nostra storia…
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